Pugni alla moglie incinta, condannato 

Inflitti 3 anni e mezzo di carcere a un 44enne che si è accanito ripetutamente contro la donna: calci, botte e offese

CHIETI. Ha aggredito più volte la moglie incinta: calci, pugni, insulti. L.S., 44 anni di Poggiofiorito, è stato condannato a 3 anni e mezzo di carcere dal giudice del tribunale di Chieti Andrea Di Berardino. Nei confronti del marito violento, accusato di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali, è scattata anche l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. A ricostruire l’incubo domestico sono stati i carabinieri della stazione di Orsogna, competenti per territorio, che hanno raccolto la denuncia della donna di 47 anni.
Il 44enne, scrive il pm sul capo d’imputazione, ha sottoposto la vittima «a vessazioni fisiche e psicologiche» fino a metà ottobre del 2018. Violenze quotidiane, che hanno costretto la donna a vivere nel timore più assoluto. Almeno all’inizio, lei non ha avuto il coraggio di raccontare a nessuno l’incubo vissuto tra le mura domestiche, magari nella speranza che la situazione potesse migliorare. E invece è andata sempre peggio. Lui ha cominciato a ingiuriarla ancora con maggiore frequenza pronunciando frasi del tipo: «Sei una p...., sei una fallita, non vali un c...». Poi sono iniziate anche vere e proprie minacce di morte. È stato un crescendo finché l’uomo ha cominciato a picchiare «frequentemente» la moglie «in occasione di liti violente». Le aggressioni sono scattate pure quando la donna era incinta: le ha stretto più volte le mani al collo.
La procura ha contestato all’imputato anche il reato di lesioni personali perché, l’8 ottobre del 2018, si è accanito contro la 47enne fino a mandarla in ospedale, dove i medici hanno riscontrato le ferite.
L’uomo, per un periodo, è stato sottoposto anche al divieto di avvicinamento alla persona offesa: una misura chiesta e ottenuta dalla procura per scongiurare il pericolo di ulteriori violenze.
La donna non si è costituita parte civile.