I carabinieri di Vasto. Nei tondi, gli avvocati Giovanni Cerella e Fiorenzo Cieri

VASTO

Ragazzina stuprata: altri 5 sospettati 

Tre sono vastesi, tutti amici dei due minorenni arrestati. I carabinieri indagano sul loro ruolo. Famiglie sotto choc 

VASTO. Saranno interrogati domani per rogatoria dal gip di Roma i due diciassettenni di Vasto che obbligavano una ragazzina di 16 a prestazioni sessuali per evitare che venissero diffuse sul web foto e video che la ritraevano in atteggiamenti compromettenti. L’ordinanza di custodia cautelare è stata firmata dal gip Cecilia Angrisano solo per due ragazzi. Ma il numero di indagati potrebbe presto moltiplicarsi. I carabinieri indagano per appurare il ruolo avuto nella vicenda da altri tre amici vastesi dei due diciassettenni e da due ragazzi di fuori città. Pare che al baby ricattatore piacesse esibirsi alla presenza degli amici: da qui la contestazione della violenza sessuale di gruppo. Gli investigatori fanno sapere che i cinque al momento non sono indagati, ma non sono escluse sorprese. Lo studente che ricattava la vittima è difeso dagli avvocati Giovanni e Antonello Cerella, di asto. L’altro arrestato è assistito dall’avvocato Colantonio di Pescara. Anche la famiglia della vittima si è rivolta a un legale: si tratta dell’avvocato Fiorenzo Cieri, anche lui di Vasto.
In città si è creata una rete in difesa della ragazzina. La sedicenne non è in carico ai servizi sociali del Comune. Ha trovato da sola la forza di ribellarsi. Gli operatori della tutela minori hanno solo consigliato la mamma della coraggiosa studentessa. La ragazza dopo la denuncia, tornata finalmente “libera”, ha ripreso a sorridere dopo due anni di patimenti. Le ferite dell’anima restano. Aveva solo 14 anni quando conobbe il ragazzo che si sarebbe trasformato nel suo aguzzino. L’incontro fu del tutto casuale e avvenne al mare. I due frequentano scuole diverse. Entrambi sono cresciuti in ottime famiglie. Lei è stata brava a nascondere il suo inferno alla mamma. Non voleva farla preoccupare. L’amico che ha “liberato” la sedicenne è un ragazzo che ha pochi mesi più di lei. Un ragazzo che, senza chiedere nulla in cambio, l’ha presa per mano e l’ha aiutata ad uscire fuori dal tunnel. Ora nel tunnel della disperazione ci sono i genitori degli arrestati. «La mamma del ragazzo che assisto è incredula», dice l’avvocato Giovanni Cerella. «Lui era tenerissimo con la mamma. La donna ora sta male. Per lei è stato terribile apprendere dai carabinieri la brutta storia che avrebbe per protagonista il figlio. Anche il padre non ha mai sospettato nulla. L’accusato nega. Ma al momento, prima dell'interrogatorio non è possibile dire nulla», sottolinea il legale. Il giovane rischia una lunga condanna. Deve rispondere di riduzione in schiavitù, pornografia minorile, violenza sessuale di gruppo, violenza privata, atti persecutori. L’amico arrestato con lui deve rispondere di cessione stupefacenti aggravata dalla minore età della vittima.
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