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Rapino, concessione funivia: ex giunta condannata dalla Corte dei Conti

L'ex sindaco Cocciaglia, due assessori e il dirigente dovranno risarcire al Comune un danno erariale di 25 mila euro per una transazione sfavorevole alla comunità

RAPINO. L'ex sindaco di Rapino, Rocco Cocciaglia, gli ex assessori Sandrino Mascioli, Andrea Oliva e il responsabile del servizio a contratto Mario Santovito sono stati condannati dalla Corte dei Conti sezione di Appello di Roma in via definitiva a risarcire al Comune di Rapino il danno di 25.000 euro per la transazione con la società Mamma Rosa Funivie srl. Una transazione fortemente contestata dagli allora consiglieri di minoranza, perché con essa erano stati concessi i terreni della Maielletta beni della collettività di Rapino come sottolinea la Corte, per quarant'anni, ipotecando il futuro di una intera comunità. I giudici hanno condannato gli ex amministratori anche a pagare le spese legali dei consiglieri di minoranza per un importo di 1.500 euro. La vicenda risale al 2010 quando l'allora sindaco Rocco Cocciaglia e la sua giunta decisero di transare un contenzioso sui contratti di affitto dei terreni su cui insistevano gli impianti scioviari della Mamma Rosa Funivie. Contratti dichiarati scaduti dal Comune di Rapino, sotto la guida di Rocco Micucci, oggi di nuovo sindaco, che aveva avuto ragione in due gradi di giudizio. La transazione, oltre a rinunce su parte delle somme dovute fino a quel momento, si tramutò in un nuovo contratto di ingiustificata durata quarantennale in esclusiva con la società Mamma Rosa Funivie, nonostante non ci fossero alla base progetti di sviluppo concreti e senza verificare se altre offerte, pervenute da altri operatori nel frattempo, potessero essere più vantaggiose per il Comune. «Coerentemente con quanto allora contestato dai banchi dell'opposizione - dice Micucci - la mia amministrazione ha annullato quel contratto, per mancato rispetto dei termini di pagamento del canone. I cittadini di Rapino avranno ora la possibilità di ridiscutere un contratto più favorevole in termini economici e di durata, senza togliere alle prossime generazioni la possibilità di programmare lo sviluppo di quel territorio fondamentale per l'intera regione».