Rocca ricorda la frana che distrusse il paese

Due secoli e mezzo morirono 500 roccolani, convegno con il capo della protezione civile e Legnini

ROCCAMONTEPIANO. Roccamontepiano ricorda la rovinosa frana del 1765. Per il duecentocinquantesimo anniversario della frana che subissò il paese pedemontano la mattina del 24 giugno 1765 l'amministrazione comunale, i Padri Caracciolini, le associazioni e i cittadini organizzano tre giornate di eventi per ricordare, scoprire e riflettere su cosa è accaduto, su come si è agito nel tempo e su cosa bisogna fare per prevenire catastrofi come quella di Roccamontepiano.

Appuntamenti il 21, 23 e 24 Giugno per ricordare le oltre cinquecento vittime dell'apocalittico evento e riflettere sull'attuale tema del dissesto idrogeologico.

Al convegno sul dissesto previsto per il 24 giugno è atteso anche il capo della protezione civile Fabrizio Curcio oltre ai roccolani Giovanni Legnini, vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Leandro D'Alessandro, ex preside della facoltà di Geologia alla D'Annunzio e Aurelio Subranni, professore di lettere e autore di libri sulla storia di Roccamontepiano.

Per non dimenticare l'evento che distrusse il paese e le sue antiche tradizioni è in lavorazione un documentario con gli interventi di esperti in geologia e storia di Roccamontepiano, che attraverso i panorami e gli elementi naturalistici del paese, spiegheranno e racconteranno cosa è geologicamente accaduto e cosa è stato distrutto la mattina del 24 Giugno di duecentocinquanta anni fa.

Negli 1992 vennero effettuati i primi interventi per il drenaggio delle acque e messa in sicurezza dalle frane, da lì anche una riscoperta di quella che era l'antica Roccamontepiano, di cui, nei secoli, non venne tramandato nulla a causa del trauma che subirono gli abitanti sopravvissuti alla frana. Intatto dopo il tragico evento, invece, il convento, attuale dimora dei Caracciolini che ancora costudiscono gelosamente il primo registro parrocchiale portato in salvo dalla frana.

L'importantissimo documento, che registrava i battezzati, è stato una fondamentale fonte di ricerche per ricostruire l'identità del paese.

Cristina Legnini

©RIPRODUZIONE RISERVATA