Rubano in un negozio di biancheria In manette 4 clandestini della Nigeria

Allarme furti. Negozianti della vallata denunciano un aumento degli episodi criminosi.

CHIETI. Quattro nigeriani, tre uomini e una donna, tre senza permesso di soggiorno, l’altro con una richiesta in corso, sono stati arrestati mercoledì pomeriggio per furto con destrezza in un negozio di intimo di Chieti scalo. L’operazione è stata eseguita da due volanti. I quattro sono entrati nell’esercizio commerciale, due hanno distratto la proprietaria e gli altri hanno rubato diversi capi di biancheria intima. La titolare del negozio si è accorta del movimento degli stranieri e ha chiamato il 112. Due squadre erano nei pressi della zona in perlustrazione e sono intervenute immediatamente. Una macchina è arrivata nel negozio, l’altra, dopo aver avuto una descrizione dei quattro nigeriani, si è messa sulle loro tracce, riuscendo a raggiungerli.

I quattro sono stati sorpresi con il «bottino» in mano. Nella borsa avevano diversi indumenti intimi che poi sono risultati appartenere al negozio di lingerie. Le manette sono scattate per Eric Osariamen, 33 anni, Osas Fridei, 30, la donna Evelin Igiebor, di 23 anni e Toni Tommi, di 21 anni. I quattro sono stati condotti nella camera di sicurezza della questura e per tutta la notte trattenuti per la identificazione. Nella mattinata di ieri sono comparsi davanti al giudice per le indagini preliminari Patrizia Medica. Gli arresti sono stati tutti convalidati. Osarimen è rimasto in carcere perché ha precedenti, mentre gli altri tre sono stati rimessi in libertà ma espulsi dal territorio italiano. Il difensore di ufficio ha chiesto i termini a difesa e il processo con rito direttissimo verrà celebrato a gennaio. Intanto dopo l’episodio nel negozio di lingerie dello scalo ieri mattina altri commercianti della parte bassa della città si sono recati in questura per denunciare alcuni furti che sono avvenuti in questi giorni.

La polizia ha avviato indagini per verificare se questi fatti sono eventualmente ricollegabili ai quattro nigeriani. Tuttavia fino per ora non esistono prove nei loro confronti.