San Giovanni, dimezzati i debiti 

Dopo due anni di commissariamento, la casa di riposo riparte ma i Comuni del Chietino non pagano

CHIETI. A dicembre 2015 il debito degli istituti riuniti San Giovanni Battista era di 3.442.000 euro. Oggi la cifra si è ridotta di oltre la metà, arrivando a circa 1 milione e mezzo di euro. «Comunque una situazione difficile», dice il commissario straordinario della nuova Asp (Aziendi di servizi alla persona) provinciale Sandra De Thomasis, «ma non più tragica». Nell’Asp sono confluite le ex Ipab della provincia. A fare la parte da leone è il San Giovanni Battista con i suoi 116 ospiti (anziani e disabili) e gli 80 dipendenti. Altri 20 dipendenti sono sparsi nelle altre cinque ex Ipab (Istituti di pubblica assistenza e beneficenza) confluite nell’Asp: il Sant’Onofrio di Vasto, le tre scuole materne di Castel Frentano, Bucchianico e Bomba e il San Raffaele di Chieti.
A chiedere sia un bilancio delle attività svolte sinora sia prospettive future soprattutto per le ex case di riposo teatine è stato il consigliere comunale Diego Ferrara (Chieti per Chieti) che, «anche da medico che ha avuto pazienti ospiti della struttura e da semplice cittadino» ha chiesto un incontro al commissario Asp. La De Thomasis, direttore del Csv (Centro di servizio per il volontariato), è arrivata a capo della Asp nel 2015. Al consigliere arrivato ieri ha potuto presentare innanzitutto un bilancio con perdite dimezzate nell’arco di due anni. «Parte del debito», spiega il commissario, «era dovuto a un contenzioso con i dipendenti per il tipo di contratto applicato. Siamo finalmente riusciti a risolvere il contenzioso e ora a tutti i dipendenti viene applicato il contratto sanità». Resta però aperto il problema della compartecipazione degli enti: le rette degli ospiti del San Giovanni Battista vengono pagate per l’80% dalla Asl, «che paga regolarmente», assicura la De Thomasis, e per la restante parte dai pazienti stessi. Laddove questi non fossero in grado, la quota viene assicurata dall’ultimo comune di residenza del paziente. Ma il meccanismo per assicurare al San Giovanni questi fondi da parte dei Comune pare abbastanza complesso cosicché sono quasi tutto in ritardo. «Del 2017 nessuno ancora ha pagato e qualcosa è rimasto anche del 2016», dice il commissario. Resta infine il contenzioso con la Asl per circa un milione di euro. Ma anche su questo punto pare che la questione si vada pian piano risolvendo. Il commissariamento si chiude a febbraio prossimo. Per quella data il commissario De Thomasis vuole riconsegnare un ente «non più chiuso su se stesso, ma aperto al territorio». Da questo punto di vista sono molto i progetti delle associazioni di volontariato messi in campo a sostegno degli ospiti. Tra tutti spiccano i dieci giovani del servizio civile che prestano servizio con gioia e disponibilità all’interno della struttura. Insieme a tutte le altre associazioni di volontariato gli ospiti - spesso persone che hanno passato tutta la vita fra quelle mura - si sentono più ben voluti e meglio assistiti. «L’aria sta cambiando in questo istituto. E si vede», ha detto soddisfatto il consigliere Ferrara al termine della visita di ieri.