Scopre in casa una serra di marijuana

Pensionato fa sequestrare piante, fertilizzanti e stufe nella sua cascina abbandonata

CUPELLO. Era tutto ben organizzato: dalla giusta idratazione al riscaldamento. Quel casolare abbondonato era il luogo ideale per far crescere rigogliose piante di marijuana. A mandare tutto all’aria per caso è stato il proprietario del fabbricato. L’uomo, pensionato, ha raccontato che qualcuno a sua insaputa aveva trasformato la sua vecchia casa in una serra di piante di cannabis.

Fertilizzanti, una lampada, una stufa e schermi isolanti accanto a dieci piante di marijuana, alte e rigogliose. E’ quello che hanno trovato i carabinieri quando hanno deciso di andare a controllare che cosa vi fosse davvero nella cascina abbondonata: il locale era stato trasformato in una serra fai-da-te.

«Pensando che la casa diroccata fosse abbandonata, qualcuno si è introdotto abusivamente all’interno del fabbricato e l’ha trasformato in una piccolo laboratorio per la coltivazione illegale delle piante di marijuana», raccontano i carabinieri. In tutto sono state sequestrate dieci piante con inflorescenze alte 2metri e mezzo ed è stata portata via l’attrezzatura utilizzata.
Gli investigatori cercano ora di scoprire il nome dei “giardinieri abusivi”.
Nessuno dei residenti si sarebbe accorto di nulla o avrebbe notato la presenza di estranei nella contrada.

Lo stesso proprietario dell’immobile, secondo i carabinieri, ripete di non immaginare neppure chi può aver organizzato il progetto di coltivazione. Certo è che “il raccolto”, ritenuto di buona qualità, poteva arrivare a fruttare diverse centinaia di euro. Con le inflorescenze essiccate di ogni pianta si calcola che potevano essere ricavate dalle settanta alle cento confezioni da smerciare. «Anche se la coltivazione dovesse essere fatta per uso personale, è illegale», fanno sapere i carabinieri,. «la legge punisce non solo lo spaccio, ma anche la produzione di droghe con pesanti ammende e nei casi più gravi la reclusione».
Ma tant’è che il fenomeno è sempre più diffuso. Anche perchè procurarsi l’occorrente è facilissimo. Attraversi i siti internet è possibile acquistare tutto l’occorrente mantenendo l’anonimato.

Non è la prima volta che nel Vastese viene scoperta una piantagione di “marijuna indoor”, in un ambiente chiuso. Due mesi fa la polizia interruppe il giro d’affari di due intraprendenti studenti di 18 anni che, attraverso un sito internet, erano riusciti a comprare semi di canapa indiana dai Paesi Bassi, con tanto di istruzioni e guide per curare le piantine. La polizia sequestrò in un garage cittadino 800 piantine pronte per l’essiccazione e il kit necessario per la coltivazione: bustine di semi, reagenti chimici e supporti informatici.