«Scure sulla spesa sociale»

Grido d’allarme dei sindaci di Chieti, Vasto e San Salvo.

CHIETI. Taglio netto della Regione sulla spesa sociale. Nell’ultimo bilancio, vengono stanziati per il capitolo socio-educativo 5milioni e 665 mila euro, invece dei 26milioni 335mila dell’anno passato. Una scure che abbatte i finanziamenti agli enti locali e alle associazioni che operano nel sociale per oltre venti milioni di euro e che si tradurrà in un taglio drastico dei Comuni sui servizi offerti a minori, anziani, disabili e soggetti svantaggiati.

Per il capoluogo significa uno scoperto sul bilancio di oltre 580mila euro e la prossima sospensione o comunque una forte riduzione di servizi come l’assistenza domiciliare integrata agli anziani, il trasporto per i disabili e l’aiuto economico alle famiglie svantaggiate, per l’acquisto dei libri scolastici e la mensa. A denunciare lo stato delle cose è il sindaco Francesco Ricci, che ieri ha convocato a Chieti una riunione d’urgenza con i colleghi di Vasto, Luciano Lapenna, e San Salvo, Gabriele Marchese, per spiegare quali saranno le conseguenze sui tagli di spesa regionale nei Comuni. Il primo problema è la difficoltà di reperire altrove le somme decurtate dal bilancio regionale, lasciando le famiglie sole a fronteggiare un’altra emergenza. Gli amministratori prevedono la perdita di lavoro per circa 900 dipendenti in Abruzzo, settanta a Chieti.

Il capoluogo.
«E’ una catastrofe», racconta Ricci, «per il piano sociale spendiamo 2milioni 641mila euro, ricevendo dalla Regione 650 mila euro, che ora vengono ulteriormente ridotti per circa il 90 per cento. Questo significa un debito fuori bilancio di oltre 580mila euro e tagli netti a servizi indispensabili per minori, anziani, disabili e altre categorie deboli». Il Comune sta calcolando in queste ore i termini esatti di una politica di riduzione di spesa somministrata in dosi da cavallo. «E’ certo che i tagli avranno ripercussioni sul diritto allo studio», prosegue Ricci, «quindi sul contributo comunale all’acquisto dei libri scolastici o sull’accesso ai servizi mensa, come pure all’assistenza garantita ai disabli. Tutto questo equivale a un depotenziamento dell’assistenza domiciliare integrata ma anche tagli preoccupanti sui servizi verso i minori svantaggiati e gli immigrati o sul trasporto scolastico a favore dei disabili».

La manovra.
Ricci, Lapenna e Marchese sollecitano l’intervento dell’associazione nazionale dei Comuni (Anci). Per questi enti la minaccia maggiore è rappresentata dal taglio di 13milioni sul fondo sociale regionale in materia sociale e socio-assistenziale, che alimenta i piani di settore dei 35 Ambiti territoriali abruzzesi, Una voce che passa da 15 a due milioni di euro. «Non ci sono più i soldi previsti per la scuola a domicilio a vantaggio dei disabili», rilevano tutti i sindaci, «i contributi per il diritto allo studio passano da 6 a un milione di euro e quelli per il trasporto e l’assistenza agli alunni disabili dalla scuola media fino all’università viene dimezzato, passando a 700mila euro dal milione e 400mila previsto nel 2008.

Vasto e San Salvo.
«Vola via un terzo delle risorse a disposizione del nostro Ambito», riassume il sindaco Marchese di San Salvo. Tagli che arrivano quando il piano di zona è al suo ultimo anno d’esecuzione per il triennio corrente. «Non comprendiamo come sia stato possibile togliere i fondi in corso d’opera», rimarca Marchese, «la Regione stessa prevede procedure vincolanti per le modifiche ai piani di zona».

«Andiamo verso una riduzione netta», osserva Luciano Lapenna, primo cittadino di Vasto, «di circa un milione e mezzo di euro su 4milioni complessivi di spesa, che il nostro ente normalmente spende in materia sociale. Manovra inaccettabile».