«Sotto tiro dei banditi, 4 minuti di terrore» 

Il titolare del Conad racconta la rapina: «Coltello alla gola di mia moglie e pistola puntata contro di me». Caccia a due giovani

CHIETI. «Quando ho visto quelle persone entrare nel negozio nascoste sotto un ombrello, ho pensato che mio figlio mi stesse facendo uno scherzo. Poi, uno di loro ha gettato l’ombrello per terra, si è diretto verso la cassa e ha puntato un coltello alla gola di mia moglie». Piero Ricci, titolare del supermercato Conad di via della Liberazione rapinato giovedì sera intorno alle 19 da due banditi incappucciati e armati, racconta così quei 4 minuti di terrore: la prima rapina subita in 16 anni. «Il rapinatore con il coltello ha detto a mia moglie di aprire la cassa: “Apri, apri”, le ha urlato. Io ho fatto qualche passo verso di lei per cercare di fare qualcosa ma l’altro bandito, che aveva una pistola in mano, mi ha detto: “Se non ti fermi, ti sparo”. Non so se quella pistola fosse vera, ma in quel momento ho detto ai banditi di stare calmi e ho ordinato a mia moglie di aprire la cassa». In un lampo, i malviventi, due giovani italiani, si sono avventati sui soldi: circa 4 mila euro, l’incasso di una giornata di lavoro. «Oltre ai soldi, uno di loro voleva portarsi via anche il cassetto della cassa e io gli ho chiesto di lasciarlo stare: “Quello ci serve per lavorare, lasciacelo”. Mentre uscivano hanno buttato il cassetto per terra e c’è stato un rumore forte di ferraglia e spiccioli: solo in quel momento, due clienti che erano al banco dei freschi si sono accorti che stava accadendo qualcosa». Il cassetto è stato sequestrato dalla polizia: probabilmente, uno dei rapinatori non aveva i guanti e gli agenti sono a caccia delle impronte digitali. Sequestrato anche l’ombrello che i rapinatori hanno usato per entrare e poi abbandonato sul pavimento. Le telecamere interne hanno ripreso la sequenza: «Ma i volti dei rapinatori non si vedono», dice Ricci, «avevano dei passamontagna o degli scaldacollo: si vedevano solo gli occhi. Erano giovani e italiani: uno ha parlato in napoletano, ha detto qualcosa come “vien ca’” ma non so se ha fatto solo finta».
Poi, la fuga. «I rapinatori sono usciti dalla porta d’ingresso che, dall’interno, non si apre», racconta Ricci, «allora gli ho detto che per uscire avrebbero dovuto usare l’altra porta. Così hanno fatto e sono fuggiti a piedi verso la Villa comunale». Non si è fatto male nessuno ma resta la rabbia: «In questo supermercato lavora tutta la mia famiglia: io, mia moglie e i nostri due figli», dice Ricci, «vedere che il frutto del proprio lavoro va in fumo così fa rabbia. Il giovedì lavoriamo tutto il giorno senza pausa per aspettare l’arrivo dei fornitori e, alla fine, siamo stati anche rapinati».