Spaccio di cocaina, inflitti 12 anni di carcere 

Maxi pena per un giovane di 22 anni e suo padre: nascondevano in casa 61 dosi di droga e bilancini

CHIETI. Avevano trasformato la loro casa in un negozio della droga a orario continuato. Danilo Di Nardo, 22 anni, e il padre Massimo (49) sono stati condannati a 6 anni di reclusione ciascuno: dovranno pagare anche una multa di 25.822 euro. La sentenza del giudice del tribunale di Chieti Andrea Di Berardino è arrivata lunedì pomeriggio. I due imputati sono finiti nei guai dopo che i carabinieri hanno trovato nella loro abitazione di Francavilla 26 grammi di cocaina, «utili per il confezionamento di 61 dosi», sostiene l’accusa. La droga era custodita in un calzino nascosto dentro una grondaia e in un vasetto di vetro lasciato nella credenza.
Lo scorso gennaio il blitz dei carabinieri di Francavilla è scattato nella casa di contrada ponte Zelis dopo settimane di accertamenti. A fine dicembre un tossicodipendente era stato fermato con quasi 3 grammi di cocaina dopo un incontro avuto con Danilo Di Nardo in piazza Sant’Alfonso. Qualche giorno dopo, in un normale controllo domiciliare, gli investigatori avevano notato uscire dall’abitazione dei Di Nardo una donna di Ortona conosciuta per i legami con il mondo dello spaccio. «È la mia nuova compagna», si era giustificato il capofamiglia. I militari hanno monitorato per giorni quella casa, notando un via vai di giovani a tutte le ore. Così è scattata la perquisizione con i cani antidroga. E i carabinieri hanno scoperto un intero kit dello spaccio: due bilancini di precisione, un coltello con la lama ancora sporca di hashish, numerose bustine e la mannite, uno zucchero utilizzato per raddoppiare il volume della cocaina e guadagnare di più diluendo la sostanza. Diciotto grammi di cocaina erano nascosti in un calzino, a sua volta avvolto in asciugamano da bidet e infilato in una grondaia accessibile dalla finestra del corridoio che porta alle camere da letto. In un cassetto della stanza dove dormono Massimo e Danilo c’erano calzini identici a quello che conteneva la droga. Altri 8 grammi di cocaina sono stati sequestrati nella zona giorno, insieme a un bilancino di precisione lasciato tra le pentole sporche. Il figlio si è preso tutta la responsabilità, ma secondo il giudice anche il padre era coinvolto nello spaccio. Il difensore dei Di Nardo, l’avvocato Giancarlo De Marco, presenterà ricorso in appello. (g.let.)