Spariti i soldi del condominio, a processo 

Amministratore sott’accusa per 11mila euro di ammanchi. In aula sfilano i testimoni: non ha mai convocato una riunione

CHIETI. L’amministratore di un condominio di via Brigata Maiella è finito sotto processo con l’accusa di essersi impossessato di oltre 11mila euro. Dopo le indagini della guardia di finanza, coordinate dal pm Giancarlo Ciani, il caso è arrivato davanti al giudice Andrea Di Berardino. L’inchiesta è nata dalla denuncia presentata in procura da sei residenti. «Non ci faceva vedere alcun documento, ci teneva all’oscuro di tutto», hanno raccontato in aula. «I conti non tornavano e non sapevamo che fine facevano i nostri soldi: più volte lo abbiamo contattato per avere delucidazioni, ma non sono arrivati riscontri concreti. Ecco perché, a un certo punto, abbiamo deciso di non pagare più le spese del condominio». E ancora: «Il nostro amministratore, ormai ex, non ha mai convocato una riunione. Quando glielo facevamo notare, rispondeva che presto avrebbe provveduto. Ma era solo una presa in giro. Nel momento in cui abbiamo deciso di organizzare un’assemblea per affrontare il problema, lui ha affisso una comunicazione in bacheca sostenendo che non avevamo alcun titolo per farlo». Un condomino, invece, ha riferito: «L’amministratore era evasivo e arrogante. Non esisteva un registro contabile del condominio e, per un periodo, è stata sospesa la manutenzione del palazzo. Siamo stati costretti persino a fare una colletta per pagare la bolletta della luce». È stato ascoltato come testimone anche il nuovo amministratore dello stabile, nominato ad inizio del 2017: «Ho notato discordanze sui numeri del bilancio», ha detto.
L’imputato, difeso dall’avvocato Francesca Ficca, respinge con forza l’accusa che gli muove la procura, ovvero quella di «essersi impossessato, a fine di trarne profitto, di somme di denaro per un importo complessivo di 11.449,42 euro». «Ho svolto il mio incarico bene e fedelmente», ha ripetuto il professionista, davanti al giudice, nell’ultima udienza. «Ogni due mesi visitavo i condomini e li informavo della situazione economica. E grazie al sottoscritto sono stati risolti anche problemi che si trascinavano avanti da anni. Lo dimostra, ad esempio, la bonifica del locale caldaia: è un fatto oggettivo che nessuno può smentire». Secondo l’imputato, che ha ricordato come diversi residenti fossero morosi, «mai nessun servizio è mancato all’interno del palazzo». La prossima udienza è stata fissata al 9 settembre.
L’appropriazione indebita è un reato procedibile a querela di parte. Significa che il processo si concluderebbe con un «non doversi procedere» qualora i condomini decidessero di ritirare la denuncia.