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Su Whatsapp le foto osé di una dodicenne: Baby gang rischia 3 anni

Ragazzina indotta a farsi alcuni scatti dall’ex fidanzatino picchiato dai bulli. L’avvocato Pennetta: denunciamo quanti hanno ricevuto e diffuso le immagini

VASTO. Rischiano una condanna fino a 3 anni di reclusione i componenti la baby gang che dopo aver rubato il cellulare di un dodicenne che avevano obbligato in precedenza a farsi mandare dalla fidanzatina foto senza veli, hanno inviato le foto tramite WhatsApp a decine di amici e conoscenti. «Saranno segnalati tutti alla procura del tribunale per i minori dell'Aquila per possesso di materiale pedopornografico», fa sapere l’avvocato Angela Pennetta al quale si sono rivolti i genitori della vittima. La località scenario della vicenda non viene indicata dal Centro per evitare di individuare autori e vittime.

LA STORIA. «È una vicenda che ha fatto molto male sia alla ragazza e sia ai suoi genitori. Una di quelle storie che non ti aspetteresti mai da ragazzi così giovani», racconta l’avvocato Pennetta. «La figlia dei miei clienti e che ha solo 12 anni è stata indotta a farsi foto osé dal suo ex ragazzo, a sua volta minacciato da una gang di ragazzini». La dodicenne ha rifiutato. Dopo qualche settimana, però, l’ex fidanzatino è tornato all’attacco. «Ha raccontato ancora di essere stato minacciato e picchiato da una gang che lo avrebbe colpito ancora se lui non avesse indotto la sua ragazza a farsi quelle foto. A dodici anni hai paura di tutto. La piccola si è spaventata ed ha acconsentito mandando al suo ragazzo foto di nudo integrale». Quindici giorni dopo, al giovane mentre era in palestra sarebbe stato sottratto il cellulare da alcuni amici, che hanno diffuso le foto, pubblicandole su WhatsApp.

LA SCOPERTA DEL FATTO. In meno di 24 ore i messaggi sono stati centinaia. La gang ha inviato le foto senza veli ad amici, conoscenti, parenti, giovani e meno giovani. Quelle foto sono state viste anche dalla mamma di un compagna di scuola della dodicenne. La donna ha riconosciuto la bambina. Ha deciso che doveva fare qualcosa ma per delicatezza e per non urtare la loro sensibilità ha evitato di rivolgersi ai genitori della piccola e ha rivelato tutto ad un’insegnante. La professoressa ha avvisato subito i genitori della vittima e loro, superato un primo comprensibile momento di sgomento si sono rivolti a loro volta ad un legale.

CHE COSA DICE LA LEGGE. «Il codice italiano è molto severo», spiega l’avvocato Angela Pennetta. «Ai sensi dell’articolo 600 quater del Codice penale, anche il semplice possesso di materiale pedopornografico (che riguarda quindi minori) è un reato punito con una pena fino a tre anni. È già pronta una denuncia nei confronti di tutti i responsabili: l’ex fidanzatino, i presunti ricattatori, gli amici e quanti nel ricevere la foto l’hanno diffusa a loro volta o anche solo conservata», fa sapere il legale. Non sarà facile individuare tutti i componenti la catena di WathsApp, ma le autorità preposte ci stanno provando.

L’INDAGINE BIS. Dalla vicenda emerge anche una storia di soprusi e violenze. Se l’ex ragazzo della dodicenne ha detto la verità e ha costretto la ragazzina a fotografarsi nuda perché ricattato e minacciato, i componenti la baby gang di bulli rischiano pene ancora più severe. Una nuova storia di bullismo, quindi, che preoccupa e non poco. Gli autori di questa squallida storia oltre alla denuncia per possesso e diffusione di materiale perdopornografico saranno denunciati per minacce. È evidente che data l’età dei bulli sarà la Procura del tribunale per i minori a seguire la vicenda. È probabile che vengano ascoltati testimoni e anche la versione degli accusati. «Come ho detto è un storia brutta che lascia a tutti l’amaro in bocca e nella quale sono tutti vittime. È triste che a dodici anni si debbano subire ricatti ma è ancora più triste che i presunti “cattivi” abbiano solo pochi anni in più della vittima», ha ripetuto l’avvocato Angela Pennetta. La vicenda discussa a lungo a scuola è al centro di un vivace dibattito cittadino. La solidarietà per la ragazzina e per la famiglia è massima. L’adolescente sarà seguita da una psicologa e anche la parrocchia è pronta a dare una mano. Non sarà facile tuttavia superare uno choc così grave. Gli amici, quelli “veri”, la stanno aiutando.

Paola Calvano

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