Tafferugli e malori per l’elettrodotto

Cordone degli ambientalisti durante l’esproprio di un terreno da parte dei tecnici Terna: diversi feriti, annunciate denunce

LANCIANO. Franca Colanero è a terra, sporca di polvere, il viso grondante di lacrime e sudore. Grida, si copre il volto con le mani, urla tutta la sua rabbia. Attorno a lei una massa indistinta di mani, braccia, volti, divise delle forze dell’ordine, cellulari e telecamere puntate su ogni cosa che si muove. Corpi che si spingono, che si urtano, ondeggiano come un mare in burrasca. Gridano tutti sotto un sole rovente e sopra la terra arsa di un terreno sulle colline di Sant’Onofrio, a due passi da Lanciano. È questa l’immagine-simbolo di un pomeriggio di ordinaria drammaticità, questa volta più densa di tutte le altre volte, tra le innumerevoli “immissioni in possesso” della società Terna per la realizzazione dell’elettrodotto Villanova-Gissi. Non era mai accaduto a Lanciano e nei territori immediatamente vicini che una protesta pacifica di proprietari terrieri che si oppongono all’entrata dei tecnici Terna sulle loro proprietà, si trasformasse in una scena così drammatica. Diversi feriti e decine di denunce sono l’epilogo esplosivo e dai toni disperati di una infrastruttura che, così com’è e per i modi in cui è stata imposta sui territori coinvolti, non è mai piaciuta a numerose associazioni ambientaliste, movimenti civici e centinaia di privati cittadini.

Il pomeriggio doveva essere tranquillo. Finora in Frentania le immissioni di Terna sui terreni espropriati per il passaggio dei fili e tralicci della rete elettrica sono sempre state più o meno pacifiche. I proprietari di un terreno in contrada Sant’Onofrio, Franca Colanero e Aurelio Del Bello, erano stati avvisati dell’arrivo dei tecnici di Terna nel pomeriggio di ieri per la cosiddetta “immissione in possesso”. «Non ho firmato niente, nè ho mai ricevuto offerte», ha spiegato Aurelio, «io l’elettrodotto su questa terra che mi è costata vent’anni di sacrifici in Germania non ce lo voglio». Al fianco di Aurelio e Franca, in una rete di solidarietà che tra i proprietari e i comitati “No elettrodotto” si è alimentata negli anni, manifestazione dopo manifestazione, in seguito a carte, ricorsi, aule di tribunale e proteste di piazza, sono scesi in tanti. Erano un centinaio tra i ragazzi dei centri sociali Zona 22 e Uallò Uallà, No elettrodotto Villanova-Gissi, Nuovo Senso Civico e Cast (Comitato ambiente, salute e territorio). Sul posto anche diversi amministratori del comune di Lanciano e numerose forze dell’ordine, alcune in tenuta anti-sommossa. L’idea era quella di impedire, fisicamente, il passaggio di un tecnico Terna sul terreno per l’“immissione in possesso”. Da regolamento, secondo quanto raccontato da comitati e proprietari, per l’avvenuta immissione basta che uno dei tecnici incaricati metta anche un solo piede sul terreno. «Valgono le carte, non le nostre vite e le nostre proprietà», si dispera Piergiorgio La Morgia, la cui famiglia possiede un terreno poco distante, «nel mio caso è avvenuto che io per soccorrere mia figlia che era stata spintonata mi sono distratto un secondo e loro sono entrati. L’“immissione” è fatta. Hanno compilato una carta e scritto qualcosa sul verbale che volevano farmi firmare, ma io non ho voluto firmare niente, mi hanno raggirato». Sul terreno dei Del Bello è invece bastato che alcuni tecnici Terna tentassero di forzare il cordone di ragazzi, uomini e donne, per far esplodere la protesta. Urla, spinte, cadute - tra cui quella del perito Antonio Di Pasquale - malori. La signora Franca è stata soccorsa da un’ambulanza del 118.

Intanto da entrambe le parti fioccano le promesse di denuncia. I tecnici Terna sostengono di essere stati spintonati e aggrediti con calci e pugni, i manifestanti hanno preparato sul posto una denuncia congiunta per altrettanti episodi di violenza e aggressione. Tutto finirà in Procura, così come hanno lasciato intendere le forze di polizia di Lanciano presenti sul posto. In base a numerosi filmati si potrà risalire alle responsabilità di ognuno. L’“immissione” sui terreni dei Del Bello è successivamente stata sospesa su ordine del commissariato di polizia. Ma domani la protesta continua.

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