Tetto a rischio crollo, via ai controlli 

Lanciano, il Comune affida l’incarico a un ingegnere dopo lo sgombero dei 18 inquilini

LANCIANO. Nessuna perizia del Comune, sarà un ingegnere esterno a verificare l’entità del danno al tetto a rischio crollo del palazzo storico di via Garibaldi 71, da cui 6 famiglie sono state sgomberate in tutta fretta venerdì pomeriggio. Il Comune aveva rassicurato gli inquilini, divisi tra hotel e case di parenti, che entro mercoledì, quindi ieri, avrebbe avuto le perizie necessarie che indicassero il tipo di lavori da fare sul tetto, se mettere magari solo dei sostegni alle due travi lesionate o un intervento più complesso. L’assessore Giacinto Verna e il sindaco Mario Pupillo avevano ipotizzato comunque almeno due mesi necessari tra burocrazia e lavori, prima di far rientrare gli inquilini nelle 4 case parcheggio e le due di proprietà che ci sono nello stabile. «Ieri con la dirigente Luigina Mischiatti», dice Verna, «abbiamo deciso di affidare l’incarico a un ingegnere esterno. Domattina andrà nel palazzo, farà un sopralluogo e analisi per capire che lavori fare. Se servono ad esempio solo dei sostegni alle due travi rotte, oppure rinforzi alle colonne del tetto; se servono lavori su una porzione del fabbricato o meno; se infine servirà un progetto abbiamo anche già chi è pronto a redigerlo. Sempre carte alla mano poi incontreremo la sovrintendenza per le autorizzazioni, perché il palazzo è settecentesco. Vogliamo fare i lavori in modo celere, ma dobbiamo essere sicuri che le famiglie possano rientrare in casa in tutta tranquillità». Ora, le politiche della casa sono a lavoro per non lasciare senza un tetto le 18 persone evacuate, tra cui 5 bambini. «Fino al 1° marzo c’è l’accordo con le strutture ricettive», dice Verna, «poi in base al responso della perizia vedremo: se i lavori saranno brevi potranno continuare a stare negli hotel altri 15 giorni, se invece si tratterà di mesi dobbiamo trovare soluzioni alternative, magari alloggi da sistemare. Nessuno sarà abbandonato». «Speriamo», rispondono gli inquilini, «dopo che da anni lamentiamo infiltrazioni d’acqua, crepe sui muri, chiediamo lavori non fatti. Siamo stati già abbandonati, come tutto il centro storico».
Teresa Di Rocco