CHIETI

Trans accoltellata, arresti domiciliari per il dentista

Lascia il carcere di Madonna del Freddo Ottavio Esposito accusato di tentato omicidio dopo un festino a luci rosse a Chieti Scalo. Caccia ai filmati delle telecamere: i racconti non coincidono

CHIETI. Lascia il carcere di Madonna del Freddo Ottavio Esposito, il dentista teatino di 29 anni anni accusato di tentato omicidio dopo un festino a luci rosse a Chieti Scalo finito nel sangue con una transessuale colombiana presa a coltellate. Dopo 4 giorni in cella, il gip Luca De Ninis ha disposto gli arresti domiciliari per l'odontoiatra. La pm Marika Ponziani aveva chiesto la custodia cautelare in carcere mentre la difesa di Esposito, con gli avvocati Cristiano Sicari e Antonello D'Aloisio, aveva chiesto di non convalidare l'arresto.

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L'indagine, intanto, va avanti: si cercano nei filmati delle telecamere di ristoranti e negozi di viale Croce frammenti di verità sul caso della transessuale accoltellata durante un festino a base di droga, alcol e sesso. I racconti della notte di trasgressione sfociata in violenza forniti dall’arrestato e dalla transessuale colombiana Silvana Villanueva, 20 anni domiciliata a Montesilvano e ricoverata nel reparto di Otorino a Chieti, non coincidono. I carabinieri stanno esaminando i video acquisiti negli esercizi commerciali per mettere dei punti fermi alla ricostruzione. A partire dagli orari che, finora, non sono chiari. Di certo c’è che la ragazza, con ferite al collo, alle mani, a un piede e con un occhio tumefatto, è salita su un autobus della Panoramica quasi alle 7 di domenica mattina ed è stato l’autista a chiamare i soccorsi. Ma non si capisce a che ora la trans sia uscita dalla palazzina di viale Croce: in base ai primi racconti, probabilmente annebbiati da droga e alcol, la ragazza sarebbe scappata tra le 3 e le 4. Ma se fosse vero ci sarebbe un buco di orario.

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E l’esame dei video è considerato importante anche per sapere in che condizioni la trans è uscita dal portone che dà sulla via che conduce alla stazione ferroviaria: se è uscita di corsa dopo la colluttazione e inseguita da Esposito, come lei stessa ha raccontato e come dimostrerebbe anche l’impronta di una mano insanguinata sul muro lungo le scale, o se non è andata così. La telecamera di un locale notturno accanto al portone è puntata proprio verso l’ingresso del civico 163 e potrebbe aver ripreso movimenti decisivi. La stessa telecamera potrebbe indicare a che ora sono arrivate le altre due trans, entrambe sudamericane ed entrambe di Montesilvano, e quando sono andate via. Se le versioni sono discordanti sugli orari, lo sono ancora di più sulla ricostruzione di quello che è successo nella mansarda: la transessuale dice che, dopo fiumi di vodka e sniffate di cocaina, Esposito sarebbe diventato violento e, alla sua richiesta di andare via, lui avrebbe risposto afferrando un coltello e colpendola a ripetizione; il dentista si difende e dice di essere stato minacciato con una bottiglia rotta perché la trans avrebbe preteso più soldi del previsto.