Letizia Primiterra e l'amica Laura Pezzella, entrambe uccise da Marfisi

Ortona

Uccise la moglie e l’amica: Marfisi subito a processo 

Il sostituto procuratore Ciani chiede il giudizio immediato per l’uomo. Gli accertamenti del Ris svelano: Pezzella ammazzata utilizzando due coltelli

CHIETI. Femminicidio di Ortona: il sostituto procuratore di Chieti Giancarlo Ciani ha chiesto il giudizio immediato per Francesco Marfisi, 50 anni, ortonese, che lo scorso 13 aprile uccise con una ventina di coltellate la moglie Letizia Primiterra, e con un’altra cinquantina di fendenti un’amica con cui la moglie avrebbe avuto una relazione, Laura Pezzella. La richiesta di giudizio immediato, che si può avanzare quando la prova è evidente e l’indagato è stato interrogato, permette di saltare l’udienza preliminare e porta alla fissazione del processo direttamente in Corte d’Assise, anche se con tutta probabilità la difesa di Marfisi, affidata all’avvocato Rocco Giancristofaro, chiederà il rito abbreviato.
Marfisi è in carcere con le accuse di duplice omicidio aggravato dalla crudeltà, tentato omicido nei confronti della donna che ospitava la moglie in casa quando si verificarono i fatti e di lesioni personali nei confronti di sua figlia incinta, rimasta ferita al cuoio capelluto mentre il padre sferrava fendenti alla moglie.
Stando all'accusa formulata nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere il duplice omicidio fu premeditato, elaborato circa 4 mesi prima da Marfisi, un proposito giunto a maturazione il giorno prima quando, in occasione del compleanno della moglie, incontrandola in un bar, quest’ultima si era rifiutata di accettare gli auguri di compleanno dal marito, al quale disse di voler stare da sola con la sua amante e nuova compagna, con la quale aveva avuto un rapporto sessuale proprio per festeggiare il compleanno.
Nelle ultime settimane tutti i risultati delle indagini erano stati consegnati in procura dai carabinieri della Compagnia di Ortona: mancavano soltanto i risultati degli approfondimenti biologici eseguiti dai carabinieri del Reparto investigazioni scientifiche (Ris), sezione biologia, di Roma, per gli accertamenti sulle tracce di sangue. Marfisi è stato reo confesso fin dal momento dell’arresto avvenuto nei minuti successivi al duplice delitto, ma gli accertamenti degli investigatori hanno consentito di verificare meglio ciò che aveva raccontato durante l’interrogatorio. Intanto sarebbe emerso che l’uomo con un coltello ha ucciso la moglie Letizia, nell’abitazione di questa nel rione San Giuseppe, e con ben due l’amica di lei, Laura Pezzella, nella casa di contrada Tamarete. Le due donne sono state pugnalate per ben 70 volte. (r.o.)
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