Un esposto pende sull’autovelox spento 

Associazione dei consumatori presenta una denuncia alla polizia stradale: «È sbagliato il posto, così si fa strage di multe»

CHIETI. C’è un esposto che pende sull’autovelox di Brecciarola. Parla di «violazioni di legge», «business della postazione fissa» e «autovelox per fare cassa» la denuncia che l’associazione dei consumatori Movimento Difesa del Cittadino di Ortona ha inviato alla polizia stradale di Chieti e al ministero dell’Interno.
Da tre mesi è spento l’autovelox delle migliaia di multe lungo la Tiburtina, nei pressi dell’ingresso dell’Asse attrezzato. L’impianto non è in regola con l’ultima direttiva del ministro Marco Minniti e, in gran segreto, è stato spento dal 14 agosto scorso: da allora non sono state elevate più sanzioni. Lo ha rivelato ieri il Centro e lo ha confermato il sindaco Umberto Di Primio. Proprio per questo, il Comune vuole spostare l’autovelox «in altro sito» sempre lungo via Tiburtina, sulla stessa direzione Manoppello-Pescara: esiste un atto della polizia municipale in cui sono stati affidati i lavori da 13.500 euro a una ditta di Acquaviva Picena, la Cross Control. Ma prima dello spostamento serve il via libera dell’Anas. Con l’autovelox spento, torneranno le multe a Brecciarola solo a trasferimento completato e ci vorrà almeno un mese.
Intanto, il caso non è più solo politico con una ridda di commenti ma anche giudiziario: l’esposto presentato dall’associazione presieduta da Luigi Cerini potrebbe dare presto il via a un’inchiesta. E il Movimento Difesa del Cittadino è pronto anche a una class action nel tentativo di fare annullare le multe (finora, il Comune ha vinto tutti i ricorsi). Con la denuncia l’associazione segnala che l’autovelox rientrerebbe all’interno dei confini del centro abitato e, proprio per questo, sarebbe fuorilegge. L’associazione afferma anche che, a Brecciarola, sarebbero spariti i cartelli che definiscono l’estensione del centro abitato: «A Brecciarola», recita l’esposto, «stranamente sono rimasti solo i pali che indicavano la località». L’associazione ha allegato all’esposto anche una lettera dell’Anas spedita al Comune in cui la stessa Anas parla dei segnali mancanti: «Si coglie l’occasione per rappresentare all’amministrazione», dice il documento firmato da Antonio Marasco, responsabile area compartimentale Anas, «la necessità di procedere con ogni urgenza alla ricollocazione dei segnali di località per la segnalazione di inizio e fine del centro abitato».
Dallo stesso documento dell’Anas emerge un retroscena e cioè che il Comune aveva chiesto di innalzare il limite di velocità da 50 a 70 chilometri orari ma la richiesta è stata bocciata: l’autovelox, dice l’Anas, «ha certamente scoraggiato nel tempo l’adozione di comportamenti scorretti di certa parte dell’utenza con la conseguente importante riduzione dell’incidentalità che caratterizzava il tratto stradale con il verificarsi di sinistri con esito addirittura mortale. Non può pertanto essere accolta la richiesta avanzata dal Comune di innalzare i limiti di velocità».
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