Val di Sangro, è qui il futuro

Lo stadio ecologico si aggiunge a Campus, Fiera e ospedale

LANCIANO. Prima la Fiera, poi il Campus dell’automotive, quindi il nuovo ospedale e adesso lo stadio ecologico da 10mila posti. A venti chilometri dalla città sembra assistere a una sorta di corsa in direzione della Val di Sangro, la zona industriale “culla dell’Abruzzo che produce” ma che adesso è in profonda crisi. Uno ad uno, i grossi servizi attualmente localizzati in centro, verrebbero trasferiti vicino alle fabbriche e lontano dalle case, sullo sfondo di un piano regolatore (Prg) non ancora operativo, con tanti pro e tanti contro. Ad esempio, il nuovo ospedale consortile su cui preme l’assessore regionale (costo 140 milioni), a metà strada tra Lanciano e Atessa, non è visto di buon occhio dal sindaco Filippo Paolini (Pdl) che appoggia, invece, la ristrutturazione dell’attuale edificio (costo 70 milioni) in centro. Ma è sullo stadio prospettato dai Maio che si riaccende il dibattito. Anche perché la sua realizzazione escluderebbe quella della Fiera, altro progetto in piedi da anni.

Centro multifunzionale.
E’ un progetto di stadio eco-sostenibile quello che la famiglia Maio presenterà ufficialmente sabato a Rimini. Per capienza sarà un impianto da serie B, dotato anche di centro di medicina sportiva, area congressi e strutture commerciali. La zona dove i Maio vorrebbero realizzare la maxi struttura è quella di contrada Sant’Onofrio, nella parte comunale che guarda alla Val di Sangro. Il terreno è però “conteso” da un’altra grande opera attesa da anni, la nuova Fiera.
Le aree al confine con la Val di Sangro sono state infatti opzionate nel piano regolatore per la realizzazione di insediamenti fieristici, il nuovo polo espositivo regionale (l’attuale è all’Iconicella) e, per qualche amministratore, anche il Campus dell’automotive che per ora Mozzagrogna “strappa” a Lanciano. Lo stadio escluderebbe la Fiera, e viceversa. Anche se in realtà il Prg non contempla aree per nuovi impianti sportivi.

La scucitura, la via per la quale i Maio possono infilare il loro progetto nelle trame della “città del futuro”, è il disegno di legge bipartisan per la realizzazione di complessi sportivi polifunzionali, in deroga agli strumenti urbanistici comunali.
Il documento, ora al vaglio del Senato, prevede impianti destinati ad essere utilizzati durante l’intero anno, per eventi anche sociali e culturali, e realizzati con tecniche innovative e con impianti per la produzione di energie alternative. Esattamente la tipologia di impianto che i Maio presenteranno sabato e che, nel caso, l’amministrazione comunale approverebbe in variante al nuovo piano regolatore. Anche se i tempi non sono ancora maturi.

«C’è la proposta della famiglia Maio per un nuovo stadio con una generica indicazione per la Val di Sangro», conferma l’assessore comunale all’Urbanistica, Marco Di Domenico (Pdl), «sicuramente il progetto è in linea con la tendenza nazionale al decentramento, ma la proposta va calata nelle scelte strategiche della città, che riguardano sia l’ubicazione della nuova Fiera che quella del Campus. Scelte che vanno confrontate e condivise fra tutte le forze politiche, i Comuni limitrofi, le associazioni e la società civile. Bisogna inoltre», continua l’assessore, «stare attenti ad evitare che la città si svuoti».

Se i grandi servizi si spostano tutti in Val di Sangro, a Lanciano che cosa resterà?
Il rebus Fiera. L’alternativa possibile è quella di realizzare il nuovo polo fieristico in località Villa Martelli, vicino al casello dell’A14.
E’ questa la seconda opzione prevista dal Prg e per la quale, nel 2004, il Comune aveva già ricevuto una proposta di project financing (un investimento da oltre 58 milioni di euro) dal consorzio di imprese Colam, rimasta poi nel cassetto.
Il piano regolatore ha lasciato aperta questa strada, preferita da chi non vorrebbe una città sbilanciata verso il Sangro, e quella invece che lega la Fiera al Campus.
Quest’ultimo, finora, sembra il più sicuro dei progetti previsti a ridosso dell’area industriale: sorgerà nel territorio di Mozzagrogna, a due chilometri dall’autostrada, con un finanziamento di 115 milioni.

Di fronte a questi grandi progetti resta nell’ombra una priorità indicata da tutte le grande industrie della Val di Sangro: mettere mano alle infrastrutture, assenti o in pessimo stato.