Vandali minorenni, sconcerto a Marcianese 

Lanciano. Denunciati i tre del raid a scuola. Pupillo: riflettano su quel gesto. Settembrini: siamo delusi 

LANCIANO. «Dalle indagini rapide ed efficaci della polizia arriva un segnale forte: chi vuole colpire e ferire la comunità viene individuato e punito. Auspico ora che questi ragazzi riflettano sul gesto compiuto e arrivino ad ammettere le loro responsabilità affinché questo li possa aiutare a crescere». Il sindaco Mario Pupillo commenta così l’individuazione e la denuncia dei tre minorenni responsabili del raid vandalico nella scuola elementare di Marcianese, avvenuto il 4 dicembre scorso. «Il rapporto familiare è importante nell’educare e nel dare ai ragazzi un imprinting per rispettare la cosa pubblica e sentire la scuola parte integrante della propria vita», continua il primo cittadino, «i ragazzi hanno necessità di essere più partecipi della vita pubblica, di sentire il Comune e lo Stato come elementi fondamentali della propria esistenza e crescita come cittadini». Sollievo e soddisfazione per la rapida soluzione del caso vengono espressi anche dai genitori degli alunni di Marcianese, anche se qualcuno auspica punizioni più severe rispetto alla sola denuncia, una sorta di lavori socialmente utili a favore della comunità colpita. Ma dopo la denuncia per danneggiamento aggravato alla Procura per i minorenni dell’Aquila, per i tre ragazzi e le loro famiglie si apre una fase delicata tra interrogatori e altri accertamenti, da un lato, ed incontri con psicologi e assistenti sociali dall’altro. «Noi tutti del quartiere siamo soddisfatti della tempestiva individuazione dei responsabili e ringraziamo le forze di polizia», commenta Renato Settembrini, consigliere comunale di Marcianese, «siamo fortemente rammaricati che ragazzi tra i 14 e i 16 anni abbiano potuto commettere simili atti vandalici, non possiamo immaginare che ragazzi cresciuti nel quartiere e che hanno frequentato quella scuola possano compiere gesti simili. Siamo tutti delusi e ci chiediamo il perché, quei perché che tutte le famiglie si dovrebbero porre. Tutti auspichiamo una giusta punizione, non certo per senso di vendetta o altro ma perché sia di insegnamento ed esempio per tanti giovani e famiglie, affinché con questi sbagli si trovi la giusta strada per educare e rieducare e servire nella società fatta di beni comuni da salvaguardare e migliorare. Vorremmo anche dire alle famiglie coinvolte che accogliamo e comprendiamo il loro disagio e non etichettiamo nessuno: se loro si aprono tutto il quartiere li accoglierà e li aiuterà a superare questa triste fase, dando così anche un aiuto ai ragazzi. Adesso», conclude Settembrini, «auspichiamo che l’amministrazione prenda precauzioni tecniche più efficaci per salvaguardare il patrimonio comune e che le istituzioni diano le dovute “bacchettate” ai ragazzi e allo stesso tempo diano loro la possibilità di riscattarsi e farsi perdonare». (s.so.)
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