Il luogo dove è avvenuta l'aggressione e, nel tondo, la moglie dell'uomo arrestato per tentato omicidio (foto Gianfranco Daccò)

Vasto, «Io presa a pugni in faccia dal pugile» 

La moglie del pescatore arrestato per tentato omicidio denuncia Domenico Urbano. L’avvocato: Orticelli ha difeso la donna ed è stato a sua volta aggredito

VASTO. Si è svolta oggi l’udienza di convalida dell’arresto per Francesco Orticelli, il pescatore di 54 anni accusato di tentato omicidio. Il giudice si è riservato di decidere per la scarcerazione o gli arresti domiciliari entro 5 giorni (vedi articolo sotto). Il giorno di Natale l’uomo, al culmine di una discussione familiare, ha accoltellato alla gola il cognato, il pugile Domenico Urbano, 41 anni. Orticelli, rinchiuso nel carcere di Vasto, ripete che non era sua intenzione uccidere. Anzi, si sarebbe solo difeso. Avrebbe colpito il cognato per difendere la moglie, picchiata dal pugile, e anche se stesso.
«Il mio assistito, già stravolto dalla vista della moglie stesa per terra e sanguinante, è stato a sua volta aggredito. A quel punto ha afferrato l’oggetto più vicino, un taglierino del barbecue, e ha colpito a caso il rivale. La lama è finita in gola». Questa la versione che l’avvocato Giovanni Cerella, legale di Orticelli, ripeterà oggi alle 12 al giudice Fabrizio Pasquale. A supporto di questa versione la moglie di Orticelli ha presentato ai carabinieri una querela nei confronti di Urbano per minacce e lesioni aggravate. «La moglie di Orticelli ha avuto bisogno delle cure ospedaliere. Colpita ripetutamente al volto ha un trauma cranico e la frattura del setto nasale», dice l’avvocato Cerella. La denuncia della donna è supportata dalle immagini del suo volto tumefatto. I carabinieri, quando sarà possibile, ascolteranno anche la versione di Domenico Urbano.

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Il pugile è stato salvato da un intervento chirurgico e non è in pericolo di vita, ma al momento non può ancora essere ascoltato. Gli investigatori hanno acquisito le testimonianze di tutti i parenti che erano presenti il giorno di Natale al pranzo finito nel sangue. «Francesco Orticelli non era andato a quel pranzo perché era influenzato. Stava male ed aveva deciso di restare a casa. È stata la moglie a chiamarlo piangendo, urlando e chiedendo aiuto. Quando Orticelli è arrivato ha visto la donna in quelle condizioni ed ha cercato di difenderla, ma ha rischiato di essere picchiato a sua volta. Così ha reagito ferendo il cognato», insiste l’avvocato Giovanni Cerella, a giudizio del quale il suo cliente è colpevole di eccesso colposo di difesa putativa, ma non di tentato omicidio. L’ultima parola spetta oggi al giudice Fabrizio Pasquale. Il difensore di Orticelli chiederà per il suo assistito la remissione in libertà o, in subordine, gli arresti domiciliari. La cruenta vicenda tiene banco in città. Molti gli attestati di solidarietà per il pugile, ma anche dei residenti di Vasto marina nei confronti della moglie di Orticelli. «È stata sfigurata e il marito è finito in carcere. Un bruttissimo Natale per lei», conclude l’avvocato Cerella.
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