Verì: «Nessuna certezza sul nuovo ospedale» 

L’assessore regionale: decideremo quando il progetto arriverà sulla mia scrivania Da valutare anche se il presidio sanitario resterà Dipartimento di primo livello  

LANCIANO . Ospedale da ristrutturare, amianto da bonificare in fretta, personale da ridistribuire meglio, specializzazione da trovare. E ancora: il Dea (Dipartimento emergenza e accettazione) di primo livello che traballa e il nuovo ospedale da valutare quando il progetto sarà sulla scrivania dell’assessorato. È l’assessore regionale alla sanità Nicoletta Verì in visita all’ospedale Renzetti a delineare il futuro del presidio sanitario frentano che serve 150.000 utenti, dopo l’incontro fatto con i primari dei vari reparti per capire eccellenze e criticità dell’ospedale di Lanciano.
DEA DI PRIMO LIVELLO. Finora l’ospedale è stato indicato come Dea di primo livello, assieme ai presidi di Avezzano e Vasto. Vale a dire, fuori dal gergo amministrativo-burocratico, che si tratta di un ospedale per acuti legato all’emergenza-urgenza con un bacino di utenza di circa 150.000 utenti. Una struttura che ha il doppio dei reparti di un ospedale di base (che conta tra le cinque e le sei unità operative) e garantisce molte prestazioni. Ma questa certezza, conquistata a fatica, dopo la visita dell’assessore Verì, traballa. «Se il Renzetti resterà un Dea di primo livello lo valuteremo con il nuovo piano socio-sanitario che chiuderemo tra 60 giorni», dice l’assessore regionale che evidenzia una serie di criticità dell’ospedale: in primis l’edificio da ristrutturare e poi la presenza dell’amianto da bonificare. «Il problema amianto c’è da 15 anni», precisa Verì, «va risolto. Ho sollecitato la rimozione e la bonifica». Che stando ai tecnici Asl sarà ultimata tra un anno, se non ci saranno intoppi dovuti soprattutto al fatto che si lavora in un ospedale in attività, che deve continuare a garantire assistenza. Ma è anche vero che ci sono aree, come direzione sanitaria e locali caldaia, dove non ci sono utenti e si potrebbe lavorare in modo spedito. Da tempo al Renzetti c’è anche il problema del personale, carente in particolare in alcuni reparti, come quelli di Radiologia, Anestesia e Pronto soccorso. Ma per la Verì il personale deve solo «essere ridistribuito meglio in base alla specializzazione del presidio». Quale potrebbe essere la specializzazione del “Renzetti”? «Dipende», risponde l’assessore, «dal fabbisogno e dalle attrezzature che possiede e in base agli specialisti presenti. Quel che è certo è che eviteremo i doppioni. Con la revisione della rete ospedaliera vedremo il da farsi con tutti gli operatori. Se deve restare l’ospedale Renzetti a Lanciano bisogna ristrutturarlo e metterlo a norma. Se sul territorio arrivano altre istanze, io le valuterò».
IL NUOVO OSPEDALE. Altra tegola sulla testa dei lancianesi è il nuovo ospedale atteso da 20 anni. Sito scelto dopo anni e lotte (area attuale dove oggi ci sono l’eliporto, l’obitorio e il parcheggio), progetto redatto (un monoblocco di 5 piani da 202 posti letto e eliporto sul tetto) e fondi per circa 80 milioni di euro tra pubblici e privati trovati. Pareva mancasse solo la firma tra la Regione e dei ministeri dell’Economia e della Salute. Così non è. Dell’ospedale non c’è l’ombra e anche il progetto parrebbe a rischio. «Se il progetto arriva sulla mia scrivania», chiude Verì, «lo andremo a esaminare insieme alla comunità, poi potremmo trovare delle risposte, però è tutto in fase di esame e di visione».
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