Zavattaro confermato manager della Asl

Ma cresce la protesta sul premio della Regione. Valente: ha solo tagliato reparti e servizi

LANCIANO. Francesco Zavattaro è stato confermato direttore generale della Asl Chieti-Lanciano-Vasto. La decisione è stata presa dalla giunta regionale guidata da Gianni Chiodi. Ma la concessione della indennità di risultato al manager Asl da parte della Regione, un bonus del 20% dello stipendio, lascia perplessi sindacati e associazioni sanitarie vista la crisi e i tagli nella sanità.

La conferma di Zavattaro è frutto della verifica sui risultati conseguiti e sul raggiungimento degli obiettivi assegnati nei primi 18 mesi di attività, dal 1º gennaio 2010 al 30 giugno 2011. Il contratto prevede che Zavattaro abbia diritto a percepire una integrazione una tantum del proprio trattamento economico per una quota pari al 20% dello stesso. «Non c'è stato», per i vertici Asl, «alcun premio come erroneamente affermato da politici e sindacalisti né si è trattato di scelta discrezionale, ma dell'applicazione di quanto stabilito nel contratto».

Ma le reazioni sono contrastanti. «La concessione dell'integrazione al manager è uno schiaffo ai malati frentani e a quanti sono in difficoltà economiche», dice il vice sindaco di Lanciano, Pino Valente. «Con tutti i problemi che ha la sanità frentana», continua Valente, «con le liste di attesa infinite, i livelli essenziali di assistenza non rispettati, i tagli nei reparti, è di pessimo gusto assegnare questo bonus. Se ai disastri sanitari aggiungiamo la crisi economica e la sfiducia dei sindaci al suo operato, questa concessione diventa illogica».

Una critica condivisa dai sindacati. «Il bonus è previsto dal contratto», afferma Andrea Gagliardi, responsabile provinciale di Fp-Cgil, «ma infastidisce che sia erogato il 20% in più in questo periodo di crisi». «Non conosciamo quali siano gli obiettivi sui quali è stato valutato Zavattaro», dice Franco Cinquino della Uil, «certo è che il livello della sanità nel territorio non è dei migliori». Perplesso anche il tribunale per i diritti del malato (Tdm) dell'ospedale Renzetti che vorrebbe conoscere «gli obiettivi raggiunti e come li ha misurati la Regione».

Per Itala Corti, segretario regionale Cimo (Coordinamento medici ospedalieri), è il sistema sanitario regionale che non funziona. «Non condanno Zavattaro, ma la Regione e i criteri usati per valutare gli obiettivi della direzione generale», spiega la Corti, «perché non si può valutare un manager solo sulla base del bilancio: si devono guardare ai programmi realizzati e ai servizi concessi». «Forse il manager Zavattaro avrà raggiunto gli obiettivi numerici», aggiunge Patrizia Bianchi, referente regionale del Nursing up, sindacato degli infermieri, «ma di certo non ha centrato quelli riguardanti i servizi e l'umanizzazione dei reparti».

Intanto i vertici Asl annunciano: «rafforzeremo l'assistenza territoriale, integrandola con quella ospedaliera attraverso percorsi trasversali che accompagneranno i pazienti in ogni momento».

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