A Cagliari la Turandot è del Maestro Renzetti

Successo per il direttore di Torino di Sangro e la sua orchestra: "Qui hanno investito sulle scuole. Verrei di corsa a Pescara, ma manca un teatro»

CAGLIARI. Un nonno che suonava il basso tuba, l'infanzia a Torino di Sangro un paesino del Chietino dove 65 persone vivevano con la banda, poi il trasferimento a Milano. Un papà tranviere con la passione, anche lui, per la musica, che dai tram diventa «timpanista della Scala» e un bambino che quella musica l'aveva nel sangue. Il Maestro Donato Renzetti, classe 1950, nato a Lanciano, parla nel suo camerino prima di entrare in scena per un'altra serata di successo al Teatro Lirico di Cagliari. Il soprintendente, Claudio Orazi, lo ha cercato e voluto per il debutto della stagione 2018. La sua orchestra, quasi 80 elementi, accompagna la Turandot, eseguita per la prima volta a Cagliari, e Suor Angelica. Questa domenica ultima giornata di repliche per le due opere. Si riparte il 6 aprile con la Madama Butterfly, sempre diretta dal Maestro Renzetti.

«Da bambino, quando ero alle elementari, in un tema su cosa vuoi fare da grande - racconta il Maestro Renzetti all'Ansa - scrissi "voglio fare il direttore d'orchestra". Mai parole di bambino furono così propiziatorie. «Il destino - racconta ancora il Maestro che non manca mai di richiamare il legame con la sua terra - mi ha portato a vincere il concorso Cantelli, io che ero cresciuto con il suo mito». Così nel 1980, il 30enne Donato Renzetti viene proclamato il vincitore assoluto del X concorso "Guido Cantelli" del Teatro la Scala di Milano, intitolato a uno dei musicisti più promettenti del secondo Dopoguerra, e considerato l'erede artistico di Toscanini e De Sabata, morto il 24 novembre 1956 in una sciagura aerea ad Orly (Parigi) a 36 anni, appena una settimana dopo la sua nomina a direttore della Scala. Per Renzetti il premio Cantelli rappresenta uno dei più alti momenti dell'inizio della sua carriera. «Non riuscivo nemmeno a rendermi conto di cosa mi stesse accadendo», ricorda.

Renzetti, 50 anni di carriera, torna anche ai suoi 13 anni quando suonava la batteria, o a quando ha cantato a Sanremo. E parla dei ragazzi, delle scuole, della cultura e del cambio di passo impresso dalla Fondazione Teatro Lirico di Cagliari: «Nella cultura in Italia non si investe. E non è un modo di dire, è la realtà. Qui a Cagliari - spiega il Maestro - si è voluto investire sulle scuole. Cinquemila ragazzini, dai 6 anni in su, sono venuti da tutta la Sardegna ad assistere alla Turandot e a Suor Angelica. La cosa incredibile - racconta con la luce che gli fa brillare gli occhi - è il silenzio totale e assoluto con cui questi bambini assistono alle opere. Tra questi cinquemila spero che almeno qualcuno possa sentire dentro la passione per farlo avvicinare a questo mondo«. La stessa passione che traspira in ogni suo ricordo, in ogni sua parola.

A Pescara insegna all'Accademia «dove - spiega Renzetti - c'è un'orchestra che tiene i miei corsi e fa tanti concerti». Anche nelle Marche, a Pesaro, ha la sua orchestra, la Filarmonica Gioachino Rossini «che sarebbe pronta a venire in Abruzzo, ma a Pescara manca un teatro», fa notare. Il Maestro muove la sua bacchetta e la musica parte, parlando lo stesso linguaggio dei testi scritti. E saluta: «Ci vediamo presto in Abruzzo».