Ad Atri Guy Lydster e le sue teste-paesaggio 

Alle Scuderie ducali le sculture dell’artista neozelandese

ATRI. Headscapes, le teste-paesaggio dell’artista neozelandese Guy Lydster, sono in mostra da oggi ad Atri nell’affascinate ambientazione delle Scuderie ducali di palazzo Acquaviva. “Il delta dell’occhio” è il titolo della personale dello scultore nato dall’altra parte del mondo ma ormai bolognese di adozione. Il vernissage è in programma alle ore 17.
Con l’artista saranno presenti il curatore della mostra Giuseppe Bacci e gli organizzatori Paolo Quartapelle e Pasquale Bonomo dell’associazione Babajaga. Patrocinio del Comune. La presentazione sarà accompagnata dalla musica del Giacinto Cistola Jazz Trio, formazione composta dal leader alla chitarra, Dario Di Giammartino batteria, Pierpaolo Pica basso. L’esposizione “Il delta dell’occhio” resterà allestita fino al 12 gennaio. Apertura dal martedì alla domenica negli orari 10-12.30 e 15.30-19. Chiuso lunedì.
Nello scorso weekend lo scultore neozelandese è stato ad Atri per allestire la mostra, curando personalmente la collocazione negli spazi di palazzo Ducale delle circa cinquanta sculture scelte per questa esposizione. Alcune di esse sono di grandi dimensioni, come l’opera “Big Wide Eye” situato nella corte. Esposti anche i disegni, una ventina, realizzati su carta da macellaio. Spiegando il titolo della mostra, Guy Lydster precisa: «Il ruolo dell’occhio, come apertura verso una più grande dimensione del reale, viene esplorato attraverso una varietà di sculture di animali, teste e teste/figure. E attraverso un grande occhio spalancato e anche lento», vale a dire il “Big Wide Eye” (nome quasi kubrickiano), che accoglierà i visitatori a inizio percorso. Con questa mostra atriana le sculture di Guy Lydster approdano per la prima volta in Abruzzo.
Le sue famose “Headscapes”, teste-paesaggio, come scrive il critico bolognese Raffaele Milani, «coniugano le visioni del classico e del surreale». Guy Lydster è nato ad Auckland, in Nuova Zelanda, nel 1955. Nel 1963 si è trasferito con la famiglia a Vancouver, in Canada. Negli anni Settanta, dopo la laurea alla University of British Columbia, ha abbracciato studi teatrali alla American Academy of Dramatic Arts a Pasadena, in California.
Durante questo periodo si è avvicinato alla pittura, per poi iscriversi, una volta tornato a Vancouver, alla School of Sculpture della Emily Carr School of Fine Arts. Nei primi anni Ottanta ha proseguito gli studi di scultura all’Accademia di Belle Arti di Bologna, città dove tuttora vive e lavora. Terminati gli studi, il lavoro di Lydster ha seguito tre linee interpretative principali: la testa (“head”), il paesaggio (“landscape”), l’animale (“animal”). In seguito, lo scultore neozelandese ha tentato di arrivare a una sintesi di queste tre tendenze, condensandole in un'unica forma: “Headscape”, testa e terra, mente e paesaggio.
Evidente nella sua opera l’influsso di maestri del Novecento come Henry Moore, Alberto Giacometti e, soprattutto, Constantin Brancusi. Un peso significativo nella sua ricerca ha svolto pure il contatto con l’arte nativa: le incisioni eschimesi e i totem della tribù Haida provenienti dalla British Columbia, ma soprattutto le teste Maori intagliate nel legno e le imponenti figure dell’Isola di Pasqua. Lydster ha esposto i primi esemplari di “Headscapes” nel 2008 nella “sua” Bologna, cortile di palazzo d'Accursio, per la cerimonia inaugurale dello Human Rights Nights Festival.
©RIPRODUZIONE RISERVATA