Al Brancastello sotto l’ala  del Corno Grande  

Escursione semplice d’estate, impegnativa durante l’inverno

Il Monte Brancastello al Gran Sasso è sicuramente una delle mie escursioni preferite in solitaria, d’estate, al pomeriggio. Perché racchiude in sé la semplicità, la soddisfazione dell’altitudine, un panorama grandioso su tutto ciò che più mi piace dell’Abruzzo e sfoggia tramonti indimenticabili. Anche con la neve è magnifico, ma la prudenza non deve mancare: l’inizio del sentiero durante la stagione invernale non è raggiungibile in automobile, dunque l’escursione diviene più impegnativa sia per l’ambiente severo che per lunghezza.
Nella stagione di apertura della strada che da Assergi (AQ) porta all’arrivo della Funivia, il sentiero (numero 215A) inizia poco prima di arrivare lassù, sulla destra: una carrareccia che taglia il dorso della montagna e arriva ad un bellissimo incavo, il Vado Di Corno che separa e unisce il Monte Aquila e il Brancastello, Teramo e L’Aquila, le colline e gli altopiani. Si arriva al Vado in meno di un’ora e si fa subito una sosta per la foto che abbiamo tutti con il Corno Grande che si erge possente, imponente, come un gigante buono che gioca con le nuvole e tocca il cielo.
E poi si prosegue sul sentiero numero 235 evidentissimo che, a seconda delle stagioni, ci riserva moltissime sorprese. Dai fiori primaverili ed estivi compresa la stella alpina, al ghiaccio dell’inverno che richiede ramponi ai piedi. Ma c’è un qualcosa che è sempre uguale: il mio stupore. Che sarà anche vostro quando, dopo scarsi 4 km dalla partenza, vi troverete ad affacciarvi sul versante teramano. La montagna degrada sui colli verso il mare, i camosci corrono festosi sulle radure d’altitudine, il Corno Grande vigila e il tappeto bianco di neve o verde di erbe buone del nostro “piccolo Tibet” spolvera la mente di una serenità che non ha eguali. L’avvicinamento alla vetta è lungo, ma facile. Occorre attenzione con la neve quando il sentiero si trova a nord, sul versante teramano, perché si forma ghiaccio, alternativamente si può transitare sul crinale. Senza neve, invece il cammino è costellato di camosci increduli, di eliantemi e pulsatille, costoline appenniniche, campanule dei ghiaioni, fiordalisi e sogni.
La salita si fa leggermente più faticosa per superare due “dossi” erbosi che ci portano a quota 2.300m. Alzandosi di quota la via del Centenario, di cui il Brancastello fa parte, si vede nella sua interezza e si distinguono le torri, le guglie e le torrette proprio come un castello, di quelli originali pensato da un architetto d’eccezione: la dolomia. Il mare Adriatico fa da sfondo e la Majella come al solito distende le sue braccia.
Manca poco, aggiriamo verso nord il cocuzzolo della vetta che raggiungiamo facilmente. La cima ( 2385 m, 7 km e 2,30 ore dalla partenza) è bella, ci si può sedere per un po’ per respirare a pieni polmoni l’aria di tutto l’Abruzzo: montagne, colli e mare fusi assieme in un unico abbraccio. Non ci resta che tornare indietro a goderci lo spettacolo del Corno Grande e, se non siamo ancora paghi di altitudine, a quota 2.220 m deviamo verso nord e raggiungiamo il Pizzo San Gabriele (2.214 m), un punto aguzzo da cui guardare al meglio tutte le propaggini del Centenario e il blu del nostro mare.
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