Battista fa le carte a Pescara «Due ore di improvvisazione» 

Il comico romano in scena con il suo nuovo recital il 22 febbraio al Massimo «Lo spettacolo cambia ogni volta a seconda della città, del pubblico, dell’orario»

Uno show “work in progress”, basato sull’improvvisazione, che cambia a ogni tappa a seconda della città che lo ospita e del pubblico presente in sala. Il comico Maurizio Battista torna a esibirsi a Pescara con uno spettacolo tutto da ridere. “Scegli una carta”, questo è il titolo dell’one man show con protagonista il comico romano, è in programma venerdì 22 febbraio al Teatro Massimo, con inizio alle ore 21 (biglietti disponibili su CiaoTickets, organizzazione Stefano Francioni Produzioni).
Accompagnato da una scatola di chemin de fer, Battista assocerà un monologo diverso a ogni carta estratta, andando così a comporre lo spettacolo. Il titolo si rifà al fatto che siamo quotidianamente messi di fronte a scelte che possono essere più o meno importanti per la nostra vita. A noi il compito di scegliere le carte giuste, eliminando ciò che non ci serve. Sbagliare, ovviamente, è molto semplice e selezionare le carte giuste complesso. Le carte francesi caratterizzeranno anche la scenografia. Una “serata unica”, quella che Battista regala al suo pubblico in ogni data dello show, come spiega in questa intervista al Centro.
Ogni carta estratta è abbinata a un monologo diverso. Ci presenti il suo show.
Sono tutte serate molto particolari e diverse le une dalle altre. C’è un canovaccio, ma poi ogni serata prende il suo corso. C’è tanta improvvisazione in due ore di risate in cui si parla un po’ di tutto. Coinvolgo molto il pubblico, soprattutto quello seduto nelle prime file. Lo definirei uno spettacolo un po’ naif, molto work in progress. Uno spettacolo che cambia pelle ogni volta a seconda della carta estratta, della città, del pubblico, dell’orario. La gente si diverte e a volte esce anche con qualche lacrimuccia.
Quanto è difficile cambiare strada se ci si accorge di averne intrapresa una sbagliata?
Se si ha l’opportunità di farlo si è fortunati, certe volte sei obbligato a proseguire. Già venire a vedere lo spettacolo è una scelta, dico sempre al pubblico: «Speriamo che abbiate fatto la scelta giusta a essere qui stasera». La scelta è il filo conduttore dello show, ma si parla di tutto. La mia vita è stata segnata da tante cose, brutte e belle. C’è un pianeta narrativo, ma il pubblico ti porta dove vuole. Lo stesso spettacolo può non funzionare in tutte le piazze e tu queste cose le devi considerare e tastare. Negli spettacoli metto tante piccole cose, la gente deve uscire contenta dalla sala. Mi ritengo una persona semplice che fa un bel lavoro con onestà e un po’ di talento.
C’è qualche scelta che ha fatto e che non rifarebbe?
Se a 60 anni dicessi di essere soddisfatto di tutte le scelte che ho fatto sarei un bugiardo. Qualcuna è stata sbagliata, nella vita ci vuole un po’ di fortuna.
Com’è il suo rapporto con l’Abruzzo?
Molto bello, vengo molto spesso. Quest’anno, tra l’altro, sarò nelle vicinanze in occasione del festival “Cabaret, amoremio!” che si tiene a Grottammare, di cui sono diventato direttore artistico.
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