Bellavista, visioni pop e musica d'autore nel nuovo disco di Imperato

Esce il 2 febbraio il lavoro del cantautore abruzzese che nel 2014 vinse il Premio De Andrè. On line il videoclip del brano "Del Mondo Il Canto" che apre il disco

Un ritmo sostenuto, sincopato, incalzante, che si accompagna a un testo poetico, quasi spirituale. Un brano che parla dell’anima, dell’amor fati, del distacco dal contingente perché ciò che dovrà accadere alla fine accade. Questo è “Del Mondo Il Canto” il primo singolo estratto da "Bellavista", il nuovo disco di Domenico Imperato in uscita il 2 febbraio per Lapilla Records/Ponderosa Records. Protagonista del videoclip, realizzato dal regista Diego Gavioli, è il cantautore stesso: un esploratore con una scatola in testa che lo costringe a respirare a fatica attraverso una bombola, un viaggiatore “alieno” che si muove in un paesaggio atemporale e disabitato fino all’incontro con un essere misterioso che sembra liberarlo dalla costrizione in cui si trova. Il videoclip amplifica il messaggio del brano della possibilità di apprezzare qualcosa di “sublime” soltanto attraverso la presa di coscienza dell’esistenza di un’energia, un moto, un congegno superiore che muove il nostro destino, il nostro canto, e per giunta senza sforzo: danzando. Proprio come recita il testo stesso della canzone: “Cadono piano parole nuove / coloran viole, senza clamore / l’anima bella resta a aspettare / non chiede nulla, nulla lei vuole / Del mondo il canto / il vento fa / danzando vuole / ciò che sarà”.

"Bellavista" è un denso cubo rosso con dentro undici storie-canzoni. Domenico se lo carica in spalle come fosse il doveroso fardello di uno che ha scelto di fare il cantautore, e se lo porta a spasso. Quando intuisce la linea d’orizzonte lo poggia a terra, ci sale sopra come fosse un altare, e inizia a scrutare a “Bellavista”. “Del Mondo Il Canto”, prima traccia dell’album, è la porta d’ingresso nel nuovo lavoro del cantautore, capace di sintetizzarne al meglio le sfumature: se infatti a livello puramente compositivo e di scrittura è il brano che più si ricollega alle sonorità acustiche e brasiliane del primo disco, se ne distanzia invece nell’arrangiamento realizzato con il polistrumentista Francesco Arcuri - che ne ha curato anche la produzione - per virare verso un sound più duro, più italiano e più elettrico. Una canzone d’autore a cavallo tra vari generi musicali: rock, pop, etnica, world ed elettronica, senza perdere il calore delle chitarre classiche, dei violoncelli e delle percussioni. Un nuovo calderone musicale, più completo, più potente e più fedele alla curiosità stessa dell’artista. Domenico Imperato canta e scrive da quando gli fu regalata la sua prima chitarra all'età di 12 anni. Vincitore del Premio De Andrè nel 2014, negli anni ha sempre cercato metriche, parole, accordi e arpeggi “altri” per scrivere canzoni nuove. È nato nel tacco dell’Italia, ad Acquaviva delle Fonti, da madre pugliese e padre napoletano. Ha vissuto per alcuni anni su un nave dal nome Lusofonia, prima in Portogallo e poi fino alle coste del Brasile. Mentre danzava in un rito di macumba gli è stato detto che nel suo canto c’è qualcosa di moro. Quindi ha vissuto a Pescara e in Abruzzo, dove ha concretizzato il primo album “Postura Libera”, mischiando il suo sangue meridionale in nuove forme di Tropicalismo Mediterraneo. Poi ha deciso di rimettere i piedi sulla sua terra natale. La produzione artistica e gli arrangiamenti sono di Francesco Arcuri e Domenico Imperato; testo e musica Domenico Imperato; registrazioni e mixing Angelo Scogno presso Sonus Factor; mastering Riccardo Ricci presso Ultrasonic. I musicisti. Domenico Imperato: chitarra classica, acustica ed elettrica, ukulele, log drum; Raffaele Imperato: programmazioni elettroniche; Bruno Marcozzi: percussioni; Nicola Di Camillo: basso elettrico; Flavia Massimo: violoncello; Riki Pennese: udu, rumori percussivi.