CONVEGNO PER IL BIMILLENARIO A SULMONA 

“D’Annunzio come Ovidio” Gibellini e la poesia d’Abruzzo 

SULMONA. Da Ovidio a D’Annunzio. Dal poeta ambizioso e provocatore dell’età augustea, al poeta simbolo, altrettanto ambizioso, del Decadentismo italiano. “D’Annunzio e Ovidio. D’Annunzio come Ovidio”...

SULMONA. Da Ovidio a D’Annunzio. Dal poeta ambizioso e provocatore dell’età augustea, al poeta simbolo, altrettanto ambizioso, del Decadentismo italiano. “D’Annunzio e Ovidio. D’Annunzio come Ovidio”, dunque. Se ne parlerà oggi, alle 17.30, al Piccolo teatro di via Quatrario a Sulmona, nell’ambito della rassegna “L’AltrOvidio. Contributi moderni su tematiche senza tempo”, organizzata dall’associazione Ares “Antonio Pelino” con il patrocinio e la collaborazione del Comune.
A fare da guida in questo viaggio dall’Abruzzo all’Abruzzo lungo opere e suggestioni, consegnate alla letteratura e all’arte da Ovidio sarà il professor Pietro Gibellini, per il quarto appuntamento della rassegna che intende celebrare la modernità del poeta sulmonese, del quale si celebra il Bimillenario della morte, gli organizzatori dell'associazione Ares hanno scelto uno dei maggiori studiosi del Vate. Gibellini, infatti, già ordinario di Letteratura italiana all’università Ca’ Foscari di Venezia, presiede l’Edizione nazionale dell’opera di D’Annunzio e ha dedicato allo scrittore abruzzese vari saggi e commenti pubblicati da Mondadori, Garzanti, Rizzoli ed Einaudi, curando tra l’altro l’edizione critica di Alcyone. Un accostamento per nulla ardito, quello proposto tra D’Annunzio e Ovidio, e non solo per ragioni strettamente geografiche. Nessun poeta contemporaneo – secondo i canoni della periodizzazione storica corrente – merita più dell’autore del Piacere il titolo di “moderno Ovidio”. L’opera dannunziana si presta a essere letta come rinnovamento della poliedrica scrittura ovidiana, dalla favolose Metamorfosi ai Fasti, dalla sensuale Ars Amatoria ai nostalgici Tristia, dalle passioni leggendarie delle Heroides a quelle personali degli Amores. Gli amori, la sensualità e la ricerca di purezza, la fusione panica con il tutto, la ricerca spasmodica e spesso fallimentare di titanica affermazione, meditazioni e ricordi dell’“orbo veggente” che, costretto alla cecità, legge ciò che sente con gli occhi della mente: c’è molto in D’Annunzio che si intreccia idealmente con l’opera ovidiana. Dopo aver rivolto uno sguardo panoramico all’opera del Vater, il professor Gibellini esaminerà così più significativi echi ovidiani nell’opera del poeta pescarese, in particolare nel capolavoro lirico Alcyone, affidando la lettura di versi agli attori Pasquale Di Giannantonio e Sara Di Sciullo di Classe Mista Teatro Musica. Interverranno il sindaco di Sulmona Annamaria Casini e per Ares la vicepresidente Irene D’Orazio. (a.c.)