De Simone: racconto ciò che agghiaccia il nostro cuore 

Esce oggi il nuovo romanzo della scrittrice aquilana «In “Le mie ragioni te le ho dette” una tragedia moderna»

Mariti inquieti, giovani amanti, figli ribelli, madri bugiarde e mogli distratte. Ognuno a rincorrere le sue ragioni. Sono questi gli ingredienti di “Le mie ragioni te le ho dette”, il nuovo romanzo della scrittrice aquilana, Annalisa De Simone. Il libro (144 pagine, 14 euro) è edito da Marsilio esce oggi (nell’articolo in basso l’incipit del primo capitolo). De Simone lo presenterà , il 18 ottobre, a Palazzo Fibbioni all’Aquila, la sua città, quella dove aveva ambientato il precedente romanzo, “Non adesso, per favore”, una storia che si snodava nei giorni e negli anni del dopo terremoto. In questo nuovo romanzo De Simone affronta per la prima vota la prova di un romanzo corale dove elementi della tragedia classica si intrecciano con una storia d’amore moderna, come spiega lei stessa in questa intervista al Centro.
Che storia racconta nel suo romanzo?
E’ una storia che si concentra in due giorni: un lunedì di novembre e un martedì di febbraio.
Che cosa accade in questi due giorni?
La storia si snoda a partire da un gesto imprevisto che i personaggi non avevano messo in conto e che ha un riflesso su di loro. E’ un gesto improvviso che li costringe a fare i conti con loro stessi. E’ una storia corale, con tanti personaggi di estrazione sociale e territoriale diversa. Le vicende di questi personaggi si intrecciano in un unico puzzle il cui significato si scopre alla fine.
E’ una storia d’amore?
E’ una storia familiare e d’amore, ma la struttura narrativa è quella di un thriller. Potremmo definirla una storia d’amore sullo sfondo di una vicenda familiare, con la tensione narrativa di un thriller.
Dove è ambientata?
A Roma e in Puglia, a Ostuni.
Come l’è nata l’idea di questa storia?
Da un verso dell’Antigone di Sofocle che ho posto come esergo al romanzo: “Il cuore hai caldo per cose che agghiacciano”.
Che cosa l’ha attirata in queste parole?
Nel romanzo uno dei personaggi mette in scena l’Antigone. Il verso è nel libro, dunque. E’ una frase cristallina nella sua semplicità ma inquietante, che ha innescato in me una serie di domande.
Quali?
Mi sono chiesta: quando il cuore è calmo che cosa può agghiacciarlo?
Cosa?
Penso che si possa dire, senza svelare altro, che questa è una storia d’amore fra due fratellastri che non sanno di esserlo. E’ un incesto involontario. E’ una tragedia moderna, con tutte le differenze con quella classica. Prima fra tutte, il fatto che non ci sono eroi ma antieroi, che parlano al lettore attraverso le loro fragilità. Nessun protagonista raggiunge il proprio senso di sé attraverso un destino che gli è toccato in sorte, ma ognuno, alla fine del romanzo, è nella stessa situazione di stabilità in cui era all’inizio, impigliato in quel nonsense che è la vita.
C’è una differenza stilistica rispetto al precedente romanzo?
Sì perché in quel romanzo giocavo con l’autobiografico e sull’equivoco fra realtà e invenzione narrativa. Questo libro, invece, è pura narrazione, in terza persona. E’ un romanzo pieno di dialoghi, cosa poco frequente in Italia, dove la storia si ricostruisce attraverso le voci e le azioni dei personaggi.
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