il tv movie 

Elio Germano è Nino Manfredi da stasera su Rai1

ROMA. Elio Germano visto di persona non ha nulla che ricordi nell'aspetto fisico Nino Manfredi, poi lo vedi sullo schermo ed ecco che “Saturnino” ti si materializza davanti. Non solo nelle movenze,...

ROMA. Elio Germano visto di persona non ha nulla che ricordi nell'aspetto fisico Nino Manfredi, poi lo vedi sullo schermo ed ecco che “Saturnino” ti si materializza davanti. Non solo nelle movenze, nella voce, nel modo di fumare, in quello sguardo indecifrabile, addirittura quando cammina di spalle. Anche la moglie Erminia (84 anni ma ne dimostra 20 di meno ndr), non può che confermare, come del resto il primogenito Luca che firma la regia del tv movie “In arte Nino”, un omaggio a uno dei personaggi simbolo della commedia cinematografica (più di 100 film) e protagonista di numerose fiction e varietà televisivi, ma anche cantante, scomparso nel giugno del 2004, all'età di 83 anni. In onda su Rai1 stasera.
«Questo», spiega Germano, «è un po’ come fosse il “prequel” della saga di Nino Manfredi, per usare un termine di moda al cinema. La parte meno conosciuta di una storia che il pubblico può poi sviluppare da solo andando a vedere i suoi film».
«Senza Elio», sottolinea Luca Manfredi, «non credo si sarebbe potuto realizzare, sarebbe stato quasi impossibile. È un attore che mi ricorda nella recitazione mio padre in molte cose. Un orologiaio, ovvero un perfezionista come lo era lui. Elio ha mandato a intervistare i 90enni di Castro dei Volsci, paese di papà per sentire come si parlava ciociaro una volta. Poi abbiamo fatto delle letture. È stato un lavoro meticoloso».
Germano firma il soggetto insieme a Dido Castelli e Luca Manfredi, nella stesura della sceneggiatura. L'attore protagonista aggiunge: «Abbiamo raccontato anche l'approccio alla vita più da italiani. Partire non da cosa si vuole fare da grandi, ma cedere all'aspetto meno edificante per la società. La famiglia voleva che Nino facesse l'avvocato, non certamente l'attore. C'é chi ha vissuto Manfredi come un Geppetto, noi lo abbiamo raccontato come un Pinocchio che cede al paese dei balocchi. Un omaggio al mestiere di attore».
A chi chiede a Germano se ha lavorato molto sulla mimica, risponde: «Il film è pieno di citazioni dei film di Manfredi; abbiamo provato a restituire il tono dei suoi lavori, le caratteristiche della sua maschera. L'impianto del film è teatrale».
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