domani la chiusura 

Festival del cinema di Berlino È corsa a 6 per i premi finali

BERLINO. In questa 69esima edizione del Festival del cinema di Berlino, che si chiuderà domani, i pronostici sui vincitori sono molto difficili, nonostante i film da considerare siano solo sedici....

BERLINO. In questa 69esima edizione del Festival del cinema di Berlino, che si chiuderà domani, i pronostici sui vincitori sono molto difficili, nonostante i film da considerare siano solo sedici.
Colpa della qualità medio-bassa delle opere in concorso su cui spiccano solo alcuni lavori proprio come il film italiano La paranza dei bambini di Claudio Giovannesi. In corsa poi il film mongolo Ondog, il macedone God exist, her name is Petrunya, Francois Ozon con By the grace of God, ghost town anthology e, infine, il film cinese di tre ore passato stamani dal titolo So long, my son.
Per quanto riguarda La paranza dei bambini, tratto dal libro omonimo di Roberto Saviano che ne è anche sceneggiatore insieme allo stesso regista e Maurizio Braucci, a parlare bene per lui, oltre alla qualità, sono anche le molte vendite internazionali acquisite al mercato. Lunica cosa contro è che, in un'edizione al femminile con sette registe donne su sedici e con presidente di giuria Juliette Binoche, il film è totalmente fuori da questo target.
Di segno opposto invece God exist, her name is Petrunya di Teona Strugar Mitevska. Regista donna e commedia macedone tutta al femminile che segue una tradizione legata all'Epifania. Ovvero quella di gettare una croce di legno nel fiume e allo stesso tempo vedere giovani uomini saltare nelle acque ghiacciate per recuperarla.
By the grace of God di Francois Ozon (Doppio amore), molto quotato da Screen, ha dalla sua il tema forte: quello degli abusi sui minori da parte degli uomini di Chiesa. Si tratta del caso Preynat, non del tutto concluso. Il film si basa sulle autentiche dichiarazioni delle persone coinvolte, di quei bambini abusati, oggi oramai adulti.
In Ondog del regista e sceneggiatore cinese Wang Quan'an (Orso d'oro nel 2007 con Il matrimonio di Tuya), centrale un protagonista forte. Si tratta di un pastore di circa 35 anni che si ritrova a fare da guida a un poliziotto che indaga sul caso di una donna nuda uccisa nella steppa mongola. Un'auto in corsa che all'improvviso sterza contro un muro.
Il conducente, un ragazzo di 21 anni, muore. Incidente o suicidio? Inizia così Ghost town anthology del canadese Denis Cté. Per la comunità ristretta di Irénée-des-neiges, la vita non sarà più la stessa.
So long, my son di Wang Xiaoshuai è una infinita saga familiare dai toni melò dalla Cina degli anni Ottanta a quella con i televisori al quarzo.
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