cucina

Ffoje fasciule e puparule con le “Socere e nore”

Ad Abbateggio nel Parco della Maiella la riscoperta di un piatto della tradizione contadina abruzzese. La video ricetta di Beatrice Tortora sul Centro.it

Bianco e nero, yin e yang, femminile e maschile, unione degli opposti. Nel linguaggio colorito delle genti della Maiella, "Socere e nore", perennemente in concorrenza ma insieme nonostante tutto. Cotto & Crudo presenta i rustici fagioli bicolore “Socere e nore”, ingrediente ricercato di piatti di memoria contadina come quello di oggi, verdura mista con fagioli e peperoni secchi: "Ffoje fasciule e puparule"( videoricetta sul sito internet www.ilcentro.it).

La videoricetta, ffoje fasciule e puparule di Beatrice Tortora
Da Abbateggio (Pescara) alla riscoperta di un piatto di memoria contadina del periodo quaresimale, il cui ingrediente principale è un fagiolo particolare: il "socere e nore", un fagiolo dal tipico colore bianco e nero. Beatrice Tortora, vice presidente nazionale della Spesa in campagna (Cia) ci insegna a prepararlo in questa videoricetta.

Cibo robusto, buono e sano, dieteticamente bilanciato e in sintonia con i precetti quaresimali che impongono una tavola povera, di magro. Anche il colpo d'occhio assicurato: la tipica colorazione del fagiolo, bianco e nero, si alterna al rosso intenso dei peperoni essiccati al sole, al verde delle cicoriette di campagna. Un mangiare che racconta il territorio con gusto e sincerità più di tanti slogan promozionali, assicura Beatrice Tortora, agricoltore custode del Parco nazionale Maiella.

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Vicepresidente nazionale de La spesa in campagna (Cia), Bea è una paladina della filiera corta produttore- consumatore. E della cucina tradizionale del territorio, che ripropone nella sua azienda agrituristica-fattoria didattica, ad Abbateggio. Da oltre vent'anni Beatrice, nata a Charleroi da genitori abruzzesi emigrati in Belgio, ha scommesso sulle potenzialità del territorio, innovando l'agricoltura familiare. Una nuova visione di ruralità che punta alla salvaguardia e valorizzazione del patrimonio agricolo e culturale. Obiettivo pienamente condiviso col progetto promosso dal Parco nazionale della Maiella "Coltiviamo la diversità", "Se mi mangi mi salvi", gli slogan.

A difesa delle antiche varietà agricole della montagna madre degli abruzzesi, sono state riscoperte e catalogate varietà locali di grano solina, "frasinese", gentil rosso, farro, fagioli socere e nore, fagiolo a pisello, mais 8 file, pera 33 once, pera prosciutto, mela paradiso, mela piana, oliva toccolana, per citarne alcune.

Alla rete di agricoltori custodi è stata affidata la coltivazione, e in alcuni casi la commercializzazione, delle varietà selezionate nell'area protetta. Per facilitare l'esplorazione ai ricercatori del gusto, racconta il tecnico agronomo del parco, Marco Di Santo, sono stati individuati tre distretti geografici: alta valle dell'Orta (versante pescarese del parco), Maiella orientale e Monti Pizii (provincia di Chieti), Altipiani maggiori e conca peligna (versante aquilano). Itinerari, produzioni di nicchia e ricette, che Cotto & Crudo intende raccontare anche nelle prossime settimane

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