I Solisti Aquilani ricordano il terremoto 

L’ensemble in due concerti vivaldiani in aprile al Parlamento europeo e alla Camera dei deputati

L’AQUILA. Il 6 aprile 2009, alle 3.32 della notte, un drammatico terremoto mise in ginocchio la città de l’Aquila, provocando la morte di 309 persone e cambiando per sempre la vita di quella comunità. A dieci anni dalla tragedia i, i giovani musicisti che compongono l’orchestra dei Solisti Aquilani presentano un progetto artistico intitolato “Una nuova stagione”, un’interpretazione in chiave ambientalista de “Le Quattro Stagioni” di Antonio Vivaldi. L’evento sarà proposto, lunedì primo aprile alle 18.30, nell’ Auditorium Yehudi Menuhin del Parlamento Europeo a Bruxelles e, venerdì 5 aprile, a Roma nella Sala della Regina della Camera dei deputati.
«Il progetto», spiegano le note di presentazione dell’iniziativa, « nasce dalla necessità di riflettere e far riflettere sul ruolo dell’Uomo all’interno dell’ambiente. Vivaldi ne “Le Quattro Stagioni” descrive una Natura incontaminata. Ben diversa è l’amara visione di come la Natura sia stata ridotta da un intervento dell’uomo sicuramente troppo invasivo». Manifesto di questo progetto è il cortometraggio, ideato e diretto dal violinista, Daniele Orlando con la collaborazione di Serena Raschellà, che esprime, con immagini evocative, questa “denuncia”.
«Due nuovi straordinari appuntamenti per i Solisti Aquilani», dice il direttore artistico dell’ensemble, Maurizio Cocciolito, «che si arricchiscono di un significato che comprende e travalica l'aspetto squisitamente artistico. In un momento di massima attenzione alle risorse del pianeta e di grande preoccupazione per la sua salvaguardia e tutela, il significato de "Una nuova stagione", nell'interpretazione di Daniele Orlando e dei Solisti Aquilani, acquisisce un valore fortemente simbolico e trasmette un messaggio inequivocabile: non possiamo più correre il rischio di perdere tempo, dobbiamo difendere quello che ancora abbiamo e cercare di salvare quanto già fortemente compromesso. La musica, in queste "Stagioni", vuole essere esattamente questo: veicolo di trasmissione di un bisogno non più trascurabile. E si piega, si plasma fino a sublimarsi in un contenuto universale e in un appello forte e disperato. Devo ringraziare tutto il Complesso per questa operazione, ma soprattutto il nostro primo violino e solista Daniele Orlando, fautore e interprete di questo straordinario progetto in ogni suo molteplice riferimento».
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