Il sentiero dei cervi sull’anello della Rocca 

Quando mi accingo a descrivere un itinerario all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise la prima frase che mi viene in mente è “C’era una volta”. Perché il Parco mi porta nei boschi...

Quando mi accingo a descrivere un itinerario all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise la prima frase che mi viene in mente è “C’era una volta”. Perché il Parco mi porta nei boschi delle fiabe, nei racconti di animali selvatici, di fate e folletti. E quando mi immergo in quella natura rigogliosa, protetta e profumata mi sembra di essere la protagonista di una favola.
Oggi vi racconto la fiaba dell’anello della Rocca, un itinerario che inizia e finisce a Pescasseroli, la cittadina più grande del nostro Parco d’Abruzzo. Prende il via vicino alle sciovie dove si segue il vallone di Pesco di Iorio per il sentiero B1. Ci addentriamo in uno dei tanti boschi di faggi, quelli belli, alti e colorati. In questi mesi il pittore autunno usa tonalità caratteristiche e il tutto si mescola con il cupo bramito dei cervi che, inaspettatamente, possono attraversarvi il sentiero. Si superano alcuni impianti sciistici e dopo circa un’ora si lascia la sterrata e si imbocca l’evidente sentiero che prosegue dritto davanti a noi nel bosco (sentiero R7).
La salita si fa un po’ più ripida e ci porta tra faggi e aceri al Valico Valcallano, 1.697m, dove si prosegue, entrando e uscendo dal bosco, sotto le pareti del Balzo dei Tre Confini. A mezzacosta su una pietraia si giunge fin sotto la cresta della Rocca, che raggiungiamo dopo una sella con un affaccio sul versante laziale da godersi in tutte le stagioni. Seguendo il bel crinale verso sud, sentiero C5, si arriva al rifugio Pesco di Iorio (chiuso) dopo circa 2,15 ore dalla partenza (1.830m) e siamo su uno dei panorami più belli del Parco: davanti si dispiega il valico Schiena d’Asino e il bellissimo Monte Serrone (1929m) con il suo circo glaciale e poi il Prato di Iorio e l’immensa Val Carbonara, ad est il massiccio del Monte Marsicano fino alla Camosciara, il Monte Amaro di Opi, il massiccio del Monte Greco e tutta la magnifica cresta che andiamo a percorrere. Il crinale si disvela morbido in direzione sud-est e ci fa volare sul Parco intero e sulle valli del versante laziale. In breve si raggiunge la vetta del Picco La Rocca (1.924m) e poi, facilmente, il Monte della Strega (1.909m) e si comincia a scendere sull’evidente sentiero. Dopo aver raggiunto il Monte Pietroso (1.876m) si arriva al valico del Monte Tranquillo e seguendo il sentiero C3 ce ne andiamo a raggiungere la bellissima radura dove sorge uno stazzo con annesso rifugio, quello del Monte Tranquillo (chiuso).
È come trovarsi in una conca silenziosa circondata di boschi dove abitano animali selvatici che si affacciano discreti sul nostro cammino. Si scende ora nella valle e incontriamo il santuario del Monte Tranquillo (ho trovato chiuso anche questo edificio). Il sentiero C3 ora corre attraversando la sterrata di servizio al Santuario e ci porta ad un altro rifugio, quello della Difesa (chiuso) con annessa piccola chiesa di legno (1.300m circa). Giunti poi al fontanile della Difesa siamo sulla sterrata che ci riporterà dopo un paio di chilometri all’automobile. Al termine avremo percorso quasi 20 km di natura incontaminata.
L’itinerario descritto in alcuni mesi è ad accesso limitato.
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