Jacopo Sipari, il direttore d’orchestra con l’Abruzzo sempre nel cuore

Il 31enne musicista aquilano tra la guida del Festival pucciniano e il pop di Anastacia e Amii Stewart «Ogni volta cerco di invitare tutti i miei colleghi ad apprezzare e ad amare questa terra»

di Rosa Anna Buonomo

Il primo ricordo legato alla sua infanzia è un pianoforte. Una vita vissuta per la musica e con la musica. Jacopo Sipari di Pescasseroli ha soltanto 31 anni ma un curriculum già fitto delle più variegate esperienze e di prestigiosi riconoscimenti. Aquilano, direttore d'orchestra, porta alto il nome dell'Abruzzo fuori dai confini regionali e nazionali. Un grandissimo amore, quello per la musica, iniziato proprio nella sua città.

«Ho sempre vissuto la mia vita accompagnato dalla musica. Il primo ricordo che ho di quando ero piccolo è un pianoforte, a casa di mia nonna. Uscivo da scuola e andavo in Conservatorio a L'Aquila, dove tutto è iniziato», racconta. «Il mio cuore è stato sempre schiavo di questa “insana passione”, di una forza irresistibile che mi riportava verso la musica. Dopo i vent'anni ho iniziato a studiare musica con una dedizione sempre maggiore, che mi ha portato all'estero per poi tornare a casa».

Direttore principale ospite della Fondazione Festival Pucciniano, direttore artistico del Festival internazionale di Mezza Estate, direttore musicale dell'Orchestra sinfonica Marco Dall'Aquila, capo dipartimento di Musica Pop al conservatorio di Nocera Terinese. Direttore ospite di numerose formazioni nazionali e internazionali, come l'Orchestra sinfonica di Stato del Messico, l'Orchestra nazionale della Radio e Televisione di Serbia, l'Orchestra nazionale di Ucraina, l'Orchestra dell'Opera nazionale di Belgrado.

Non soltanto musica classica. Jacopo Sipari di Pescasseroli si è dedicato anche alla musica leggera italiana e alla musica da film. Ha lavorato con artisti come Anastacia, Noemi, Amii Stewart, Ivana Spagna, Ron, Simona Molinari. La carica che ricopre con maggiore soddisfazione, precisa, è quella di direttore principale ospite della Fondazione Festival Pucciniano. «Tutto quello che sono oggi lo devo in gran parte al maestro Alberto Veronesi, presidente del Pucciniano, che due anni fa pensò che in questo ragazzo abruzzese ci fosse qualcosa di buono e mi ha portato con sé al Pucciniano, dove ho avuto la fortuna di trovare persone straordinarie, come il direttore Franco Moretti, Alberto Pisanelli e Paolo Spadaccini. In Italia è così difficile che un ente importante dia delle possibilità a giovani che hanno voglia di fare. Il Pucciniano mi ha dato la possibilità di dimostrare se fossi davvero capace di fare questo lavoro; un lavoro terribilmente difficile perché inesorabilmente “pubblico”, sotto i continui occhi di tutti, dove non è possibile nascondersi dietro a niente. E' per questo che sono d'accordo con coloro che dicono che “si nasce” direttori d'orchestra: ce l'hai nelle vene, negli occhi, nei capelli. Io sono me stesso solo quando respiro con l'orchestra».

Classe 1985, ha studiato pianoforte, composizione sperimentale e canto lirico, perfezionandosi in Italia e all'estero con importanti nomi. Nel 2014 è stato nominato il più giovane membro dell'Accademia Tiberina dopo Ottorino Respighi, Franz Liszt, Gioachino Rossini e Vincenzo Bellini. Tra i riconoscimenti di cui è stato insignito: il Premio Italia Giovane allo Cnel, il Premio internazionale delle arti Chimera d'oro, i premi Eccellenza della musica abruzzese ed Eccellenza della musica italiana. Ha diretto oltre 400 concerti nelle principali città italiane ed estere riscuotendo enormi consensi di critica. Lo hanno visto dirigere le più alte cariche dello Stato e famiglie reali, oltre a importanti ambasciate straniere in Italia. Ha tenuto lezioni sulla musica alla New York University e all'Actor Studio di Strasberg.

Il suo primo concerto lo ha diretto giovanissimo, all'età di 16 anni. «Ricordo perfettamente ogni attimo. Avevamo costruito una piccola orchestra con i miei amici di conservatorio e ci piaceva così tanto “giocare a fare i grandi” con la musica». Numerosi gli aneddoti legati alle sue esperienze artistiche: «Dagli occhi del presidente della Repubblica del Nicaragua, Daniel Ortega, al carisma di Papa Francesco, alla incredibile energia di Anastacia, alla tenerezza di Amii Stewart nel concerto a Rebibbia, ai brividi provati mentre dirigevo Fiorenza Cedolins in La Bohème al Pucciniano, l'Orchestra nazionale d'Ucraina per la Nona di Beethoven o il Requiem di Verdi con l'Orchestra di Benevento per la chiusura del Giubileo. E non dimenticherò mai quel “Nessun dorma”, mentre dirigevo la prima di Turandot al Pucciniano, o il momento della morte di Liù nel silenzio del teatro stracolmo di persone a ridosso del lago, con la luna che illuminava a giorno l'immenso palcoscenico a pochi metri dalla casa di Puccini: in quel momento penso di aver davvero vissuto la felicità. E poi, la mia vera grande amica, la grande cantante Silvia Capasso, che quest'anno ci ha lasciati in modo così ingiusto, con la quale ho condiviso momenti indimenticabili».

Tra gli impegni che lo vedranno protagonista nel prossimo futuro: la tournée in Messico a maggio con l'Orchestra di Stato, la direzione del balletto "La Bella Addormentata" di Tchaikovsky con i solisti dell'Opera di Parigi al Teatro dell'Opera di Belgrado e della "Cenerentola" di Rossini in Mongolia con l'Opera nazionale.

«Sarò, poi, al Pucciniano per la Tosca, a Benevento per West Side Story e in giro per l'Italia con il Barbiere di Siviglia e la Traviata. Il 4 ottobre inaugurerò la nuova stagione del Teatro dell'Opera di Belgrado con il Nabucco di Verdi. Dirigerò tre grandi concerti sinfonici a Tagliacozzo per il Festival di Mezza Estate che da quest'anno mi vede nuovo direttore artistico».

Talentuoso direttore d'orchestra, ma anche brillante avvocato, il più giovane del Tribunale apostolico della Rota Romana. Coniugare la musica con lo studio della legge «è stato molto difficile, ma nella mia vita ho sempre visto lo studio come una priorità assoluta. Cerco di essere un po' musicista quando faccio l'avvocato e un po' avvocato quando faccio il musicista». Una carriera straordinaria, con il suo Abruzzo nel cuore. «L'Abruzzo è tutto per me. Ovunque vado, porto le mie origini con me. Sono enormemente orgoglioso di dire di essere abruzzese, legato alla mia città, L'Aquila, al paese di origine della mia famiglia, Pescasseroli. Ogni volta cerco di invitare tutti i miei colleghi ad apprezzare e ad amare questa terra che a ogni passo ci regala emozioni incredibili».

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