L’altro Sessantotto degli Uccelli all’Aurum di Pescara

PESCARA. Le mirabolanti gesta di un gruppo di studenti romani che, con l’esempio e la provocazione, portò l’arte e la cultura nel Movimento del Sessantotto per sovvertire i rituali della politica e...

PESCARA. Le mirabolanti gesta di un gruppo di studenti romani che, con l’esempio e la provocazione, portò l’arte e la cultura nel Movimento del Sessantotto per sovvertire i rituali della politica e le regole del senso comune. A raccontare le gesta di questi studenti è il film documentario “1968. Gli Uccelli” è un di Silvio Montanaro (che è anche regsta della pellicola) e Gianni Ramacciotti che racconta l'altro Sessantotto, quello creativo, artistico e gioioso. Dopo la candidatura ai Nastri d'argento, il film giunge a Pescara per l'anteprima abruzzese, in programma oggi alle 18 all’Aurum. Alla proiezione, annunciano gli organizzatori, saranno presenti il regista del film e altri ospiti.
“1968 Gli Uccelli” racconta la storia del gruppo creativo degli Uccelli (in gran parte abruzzesi), che nel 1968, dalla facoltà occupata di Architettura di Valle Giulia, fu protagonista di molte azioni eclatanti che ebbero risonanza internazionale.
«Roma, 9 febbraio 1968», si legge nelle note di presentazione dell’evento di oggi all’Aurum, «con l’involontaria complicità del giovane professore Paolo Portoghesi, gli Uccelli fanno il nido per 36 ore sulla cupola di Sant’Ivo alla Sapienza, capolavoro del Borromini, occupando simbolicamente quella che fu la prima università della capitale. Così, per merito dell’iniziativa di tre ragazzi di Architettura, gli studenti escono dalle aule universitarie per dar vita a un '68 diverso, partecipativo, più creativo. In un anno in cui ogni giorno succede qualcosa, le loro imprese finiscono sulle pagine dei giornali di tutto il mondo e attirano l’attenzione dei più grandi artisti del momento: Schifano, Pasolini, Moravia, Max Ernst, Dorazio, Angeli, Tano Festa e persino i Rolling Stones, per non citarne che alcuni. Con loro avranno intense relazioni, spesso autoinvitandosi a pranzo e cena, e una continua fonte d’ispirazioni».
«Gli Uccelli», proseguono le note, «raccolgono consensi sempre più ampi, sovvertendo la vita dell’ateneo con animo surrealista e antagonista: pascolano pecore a Villa Borghese, che poi porteranno in salvo disinteressandosi degli scontri di Valle Giulia, bloccano gli esami lasciando razzolare nella facoltà 100 galline donate da Manzù, piantano un fico dal valore simbolico nel cortile di facoltà e realizzano una piscina sul retro della stessa, mentre con i loro happening creativi inventano “l’arma” dei murales, reclutando per quello sulla facciata dell’ateneo anche Guttuso».
Berlino, 11 aprile 1968. Rudy Dutschke, il leader del movimento studentesco tedesco, viene ferito in un attentato. Gli Uccelli volano a Berlino e stringono un sodalizio con gli appartenenti della Kommune 1. Insieme passano l’estate, occupando i Sassi di Matera su “mandato” di Carlo Levi per opporsi a una «diaspora disumanizzante». «La loro iniziativa», spiegano le note di presentazione, «darà via a quel processo che porterà i Sassi a divenire patrimonio dell’Unesco. Ma non è tutto: a settembre, su invito del sindaco Corrao, riorganizzano la spedizione dei Mille per dare un futuro diverso a Gibellina dopo il tragico terremoto: ovunque vanno, coinvolgono studenti e popolazioni senza mai cercare lo scontro, se non che sul piano culturale».
«Gli Uccelli», concludono le note di presentazione del film in programma oggi all’Aurum, «hanno lasciato In molti un ricordo e la sensazione che la storia del movimento e dell’Italia sarebbe potuta cambiare seguendo la loro “terza posizione” che proponeva una rivoluzione estetico-culturale a superamento dello status quo e della militanza, ma del gruppo degli Uccelli si perse il ricordo quando lo scontro politico prese il sopravvento».
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