il romanzo 

L’indagato di Andrea Salonia domani a Pescarabruzzo

PESCARA. Non è necessario individuare un tema, un leit motiv unificante per un romanzo, ma si è tentati di farlo per “Domani, chiameranno domani” (Mondadori, 221 pagine, 16,90 euro), primo romanzo di...

PESCARA. Non è necessario individuare un tema, un leit motiv unificante per un romanzo, ma si è tentati di farlo per “Domani, chiameranno domani” (Mondadori, 221 pagine, 16,90 euro), primo romanzo di Andrea Salonia – 47enne medico che vive a Milano - che verrà presentato domani alle 17.30 alla Fondazione Pescarabruzzo in corso Umberto a Pescara. Con l’autore dialogheranno, per la Fondazione, Nicola Mattoscio e Nicoletta Di Gregorio, la giornalista Licia Caprara, il presidente del tribunale dell’Aquila, Ciro Riviezzo, e lo scrittore Giovanni D’Alessandro).
Il tema è l’identità. O meglio la sua sottrazione, la sua drammatica ridiscussione, qui dovuta a indagini di polizia giudiziaria, e a un arresto ai domiciliari, che si sono abbattuti sul protagonista, Augusto C., responsabile di un’acciaieria indagato con l’accusa d’inquinamento per aver riversato rifiuti gravemente tossici nelle adiacenza della fabbrica. Strappato al suo lavoro, Augusto si aggira per casa come una furia, dapprima; poi come un leone ferito e sempre più debole, in attesa di una telefonata, che dagli inquirenti non arriva, per fornire la sua versione dei fatti. «E trascorsa un’altra giornata; domani mi ascolteranno; domani deve essere il giorno giusto» è la speranza con cui si corica ogni sera, destinata ad andar delusa il giorno dopo. Ed è proprio questo reclamare un ascolto, nelle more degli accertamenti negatogli, a rendere lancinante l’attesa. Augusto si sente vulnerabile mentre si aggira per casa coltivando un diario minimalista di ciò che lo circonda: di tutta una vita, svoltasi tra quelle pareti coi suoi e di cui fino a ieri, assorbito com’era dal lavoro, aveva anche perso le coordinate.
Questo minimalismo dà il tono a tutto il libro, articolato in brevi, ossessive frasi di autoauscultazione. Augusto è un carcerato che parla con se stesso in un isolamento preventivo, in fondo, che avviene all’interno di una struttura di contenzione, ancorché domiciliare. Così gli oggetti domestici, i ricordi della vita anche precedente nella famiglia d’origine lo assediano; a volte lo rimproverano, a volte lo compiangono, altre volte lo deridono, quasi animandosi, per riflettere specularmente il percorso di straniazione della sua mente. Come andrà a finire? Bisogna leggere “Domani, chiameranno, domani” per saperlo. Anticipando tuttavia ai lettori (non il finale, ma) la sensazione con la quale il libro si congederà da loro e cioè che si tratti, oltre che di un bel romanzo, di un ottimo soggetto per una pièce teatrale.
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