L’opera maledetta di Astor Piazzolla a Tagliacozzo

TAGLIACOZZO. I Tagliacozzo Festival ospiterà, stasera con inizio alle 21.15, nel Chiostro di San Francesco, la “Maria di Buenos Aires” l’opera maledetta del musicista argentino Astor Piazzolla, con...

TAGLIACOZZO. I Tagliacozzo Festival ospiterà, stasera con inizio alle 21.15, nel Chiostro di San Francesco, la “Maria di Buenos Aires” l’opera maledetta del musicista argentino Astor Piazzolla, con la partecipazione straordinaria di Alina Di Polito e Diego Moreno, due star internazionali del repertorio latino. Sarà l’attore italiano Vincenzo Bocciarelli a interpretare la voce del duende con il coro recitante guidato da Alberto Martinelli. Con loro il corpo di ballo guidato da Paola Campagna e Sebastiano Foti. La regia è di Giandomenico Vaccari, le scene e l’allestimento sono a cra di Giacomo Callari. Dejan Savic dirigerà la Tango international orchestra. La “Maria di Buenos Aires” è un’opera in due atti di Piazzolla con libretto di Horacio Ferrer.
La storia è questa. Siamo nel 1910. María, nata in un sobborgo povero di Buenos Aires “un giorno che Dio era ubriaco”, è una giovane operaia di un’industria tessile. Irresistibilmente attratta dalla musica del tango ascoltata per strada sulla porta di un bar notturno, diventa una cantante di tango e finisce per entrare in una casa di tolleranza. Lì muore, ancora molto giovane. In uno scenario alquanto surreale, la sua morte è decisa durante una messa nera tenuta da personaggi malfamati. La sua condanna a morte è anche una condanna all’inferno, e l’inferno è la città di Buenos Aires, dove vaga il suo spettro. La morte è anche il ritorno alla verginità, violata dal poeta folletto che la ingravida con la sua parola. Partorirà una bimba, di nome María, simbolo di lei stessa ma anche della città, che rinasce ogni volta. Intorno all'Ombra di Maria si muovono El Cantor (un payador), un giovane scrittore, El Duende, il folletto, con un gruppo di pittoresche marionette sotto il suo controllo, vari elementi dei sobborghi di Buenos Aires e degli psicanalisti, spettro della crisi argentina degli anni Sessanta con gli innumerevoli casi di nevrosi, disperazione e perdita della propria identità personale, civica e sociale. È il Duende, questa sorta di demone, che va sulla tomba di Maria e la fa rivivere costringendola di nuova alla stessa terribile vita che aveva lasciato, così come è il demone Bandoneon, che seduce la poverina portandola nel campo del male per la seconda volta. Intorno si muovono ubriachi, assassini, ladri, prostitute e protettori. Taluni elementi del libretto suggeriscono un parallelo tra Maria e la figura della Madonna, o con lo stesso Gesù. Maria de Buenos Aires è un’opera tango – tango operita – su testo del poeta Horacio Ferrer, interamente dovuta a Piazzolla è invece la musica, ispirata e dedicata alla cantante italiana Milva.
«Sono straordinariamente onorato», dice Jacopo Sipari, direttore artistico del Festival di Tagliacozzo, «di poter annunciare la produzione internazionale di Maria de Buenos Aires a Tagliacozzo Festival, una delle opere più belle del Novecento, con un cast straordinario. E’ una coproduzione importante con Mauro Navarra, la regia di Giandomenico Vaccari, la direzione di Dejan Savic con le scene di Giacomo Callari».
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