La facile vetta del Picca con l’Abruzzo ai piedi 

Prati e boschi fino alla meta che svela panorami insospettati 

«Mi sono preso un momento per ammirare il panorama glorioso che mi circondava, per dare un’occhiata da dove ero venuto» (Nelson Mandela).
Dirimpettaio del Monte Rotondo che sovrasta Popoli, il Monte Picca è anch’esso un’ottima meta per osservare panorami inaspettati. Si erge al di sopra dei paesi di Bussi sul Tirino e Corvara (PE) e lo si raggiunge dal valico di Forca di Penne sulla bellissima e poco frequentata strada statale 602 che nasce vicino Capestrano e si spegne a Pescara, cavalcando borghi, valli e scorci da riscoprire.
Dal Valico di Forca di Penne, in direzione Corvara, ad una curva a gomito si prende una carrareccia che ben presto si affaccia su un laghetto artificiale. Lo si aggira per poi procedere attraverso un rimboschimento, fino ad arrivare su un bel prato ricco di rovi. La vetta del Monte Picca è visibile e si mostra ricoperta di vegetazione, non cedete comunque al desiderio di arrivare prima percorrendo il “bosco”. In realtà fino a circa 1.000 metri la boscaglia è fitta e ricca di rovi e spine, dunque per salire bisogna puntare a due dossi erbosi che sono sulla destra (Ovest) della cima.
Si seguono rari segnali che infine ci conducono su una ripida salita erbosa che raggiunge il primo dosso. Il panorama si fa molto interessante e svela tutta la valle del Tirino con il paese di Capestrano che spicca su tutti e il laghetto di Capodacqua proprio di fronte. Si notano i riquadri dei campi coltivati e la statale 153 che li taglia per arrivare a Bussi che vedremo tra un po’.
Arrivati in cima al primo dosso, si scende di poco in bel bosco di faggi che, quando son stata su l’ultima volta, aveva un sottobosco del tutto particolare: una distesa immensa di aglio orsino (Allium ursinum) della famiglia delle liliacee che rilascia, non appena lo si sfiora, un odore caratteristico di aglio.
Si risale dall’altra parte uscendo sulla seconda salita erbosa e da qui il panorama arriva fino a Bussi e all’intaglio delle gole di Popoli. È ora di salire in vetta: si rientra nel bosco di faggi, ricco ancora di aglio orsino, e si procede veloci fino a sbucare su una roccia con croce. Siamo in vetta (1.431m) in meno di due ore (circa 600 m di dislivello), e ci sediamo a goderci l’aria che accarezza quasi tutto l’Abruzzo. Il Sirente con la sua cresta lunghissima, da Gagliano Aterno all’altopiano delle Rocche, Bussi e la piana di Sulmona, il Monte Morrone enorme e possente, la Maiella che ci guarda sempre attenta, e laggiù verso Nord ancora la Valle del Tirino. Manca solo il Gran Sasso che è coperto dagli alberi.
E allora scendiamo e torniamo al secondo dosso: fermiamoci a rimirare il Monte Cappucciata, Ofena, Castel del Monte e il Corno Grande che si nasconde, burbero. E il Voltigno, Brittoli, Corvara e quella stupenda strada che porta a est, verso Pescara. È proprio vero, anche se non si ha tanta voglia di camminare o se il meteo non è dei migliori, si può arrivare in breve in luoghi incantevoli che ci insegnano ad amare il nostro Abruzzo con i suoi altopiani, i fiumi e i laghetti. Grazie Monte Picca.
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