al teatro massimo di pescara 

“La mia battaglia”, Germano sferza e turba la platea con Hitler

PESCARA. Elio Germano presenta a Pescara “La mia battaglia” spettacolo difficile e soprendente con schegge prese nientemeno che dal Mein Kampf di Adolf Hitler. L’attore romano sarà al teatro Massimo...

PESCARA. Elio Germano presenta a Pescara “La mia battaglia” spettacolo difficile e soprendente con schegge prese nientemeno che dal Mein Kampf di Adolf Hitler. L’attore romano sarà al teatro Massimo sabato 2 e domenica 3 marzo, sempre alle 21, per la stagione It’s wonderful ideata e diretta dalla Baltimore Production (biglietti: 1° settore numerato 25€, 2° settore numerato 20€ , 3° settore numerato 15€).
Nel monologo, scritto dallo stesso Elio Germano con Chiara Lagani, l’attore cerca sin da subito un contatto diretto con il pubblico partendo da luoghi comuni. Parla di come l’aspetto esteriore sia ormai uno dei criteri principali per poter andare avanti nella vita personale e lavorativa. Gli uomini stanno perdendo il senso di solidarietà umana e l’idea di interesse e bene collettivo perché sono sempre più concentrati e attaccati al denaro e al lavoro e non lottano più per quelli che sono i veri valori. Si fanno abbindolare dalle chiacchiere, si bevono tutto ciò che leggono sui social, si sentono esperti di tutto così da poter giudicare ogni cosa. «Che il nostro appello si diffonda a ogni individuo che vogliamo avvicinare a noi: il passato è stato illuminato da una nuova e millenaria generazione di Italiani!»: è qui il cuore del monologo. Nel basito silenzio che accompagna lo sbigottimento del pubblico mentre si srotola la bandiera nazista, la platea si rende finalmente conto che le parole dello spettacolo sono prese dal Mein Kampf di Hitler. Appellandosi alla necessità di resuscitare una società agonizzante, tra istanze ecologiste, nazionaliste, socialiste, planetarie e solitarie, mutuali e solidali, tra aneddoti e proclami, Germano trascina l’uditorio, in un crescendo pirotecnico, a una straniata sospensione tragica fino a condurlo a una terribile conseguenza finale.
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