La rinascita dell’Abbazia di S.Clemente 

Storia e restauro della chiesa dopo il sisma del 2009 in un libro oggi a Pescara

SAN CLEMENTE A CASAURIA. Nella lunga lista dei monumenti di millenaria bellezza deturpati dal terremoto del 2009 ci fu anche un importante gioiello del romanico abruzzese, l’Abbazia di San Clemente a Casauria: una perla di pietra bianca, posta in posizione strategica nella vallata del fiume Aterno, al centro di un complesso monastico risalente al IX secolo. Qui erano state a lungo custodite le reliquie del Santo (Papa) Clemente I. La bellissima chiesa, uno dei più insigni esempi di architettura medioevale della regione, fu il primo monumento in Abruzzo a essere restaurato e inaugurato esattamente due anni dopo il terremoto, grazie al supporto finanziario e tecnico del World Monuments Fund Europe e della Fondazione Pescarabruzzo.
Oggi alle 17.30, nella sala convegni della Fondazione Pescarabruzzo in corso Umberto a Pescara, sarà presentato il libro “S. Clemente a Casauria. Archeologia e restauri” di Andrea Staffa e Nicola Mattoscio. Alla presentazione parteciperanno, insieme con gli autori del volume, Nicoletta di Gregorio, vice presidente della Fondazione Pescarabruzzo, e Sauro Gelichi, docente di Archeologia medioevale e direttore del Centro interuniversitario per la storia e l’archeologia dell’Alto Medioevo dell’università Ca’ Foscari di Venezia.
«Il volume», si legge nelle note di presentazione, «presenta un’ampia panoramica sull’intervento di restauro effettuato in appena dodici mesi dagli enti no profit con il supporto delle migliori competenze del settore».
«Dopo 25 anni di scavi e ricerche archeologiche (1988-2013)», proseguono le note, «sul sito della celebre abbazia di San Clemente a Casauria, le indagini hanno rimesso alla luce varie sepolture riferibili a due sepolcreti, uno riferibile alla tarda antichità, l'altro a epoca altomedievale. Sono stati inoltre messi in luce alcuni resti collegabili alla preesistenza sul sito di una chiesa altomedievale precedente all'abbazia, menzionata dal Chronicon Casauriense con il titolo di S. Quirico, e soprattutto varie testimonianze e livelli archeologici relativi a strutture lignee riferibili al primo impianto del complesso monastico, di cui alcune parti rimasero in legno sino al XII secolo».
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