Giuseppe Menna

Menna: «Spot, scene e film: tutto in uno smartphone» 

E’ abruzzese il punto di riferimento di registi indipendenti e aziende audiovisive per pubblicità e cinema. Da Londra controlla fino a 27 progetti al giorno in tutto il mondo

C’è un abruzzese che da qualche anno è diventato un punto di riferimento dell’industria audiovisiva nostrana ed internazionale. Se a un’agenzia pubblicitaria serve uno spot, a un’azienda un "corporate" o a un regista una scena, un attore, una ripresa iconografica nel posto più sperduto del pianeta, ecco a voi Giuseppe Menna, pescarese di 43 anni tra gli Executive Producer più quotati sulla scena. Il motivo? Pur non spostandosi da Londra, dove lavora, Menna con un pc e uno smartphone riesce a seguire le produzioni video - tra creativi, registi, attori - in tutto il mondo.
«C’è stato un periodo» racconta «in cui mi sono trovato con ventisette progetti su undici nazioni contemporaneamente». Si tratta di lavori realizzati per Usefarm Europe-Filmmaster con un portfolio di circa 120 mila filmmakers in tutto il mondo.

«Impossibile essere ovunque, anche se sui set principali e per produzioni particolarmente esigenti la mia presenza è necessaria». I suoi lavori? Progetti come la campagna social internazionale di Galbani o i video per Dainese con Valentino Rossi, passando per il corporate della multinazionale Procter & Gamble agli spot Tv come Action Aid o Alitalia.. solo per citare alcuni tra i grandi brand o produzioni che lo hanno visto impegnato negli ultimi periodi. Federico Brugia, forse il più importante regista di pubblicità esistente, lo ha ringraziato pubblicamente sui social esaltandone il metodo in occasione del recentissimo “European Social Charter” da lui diretto, un microfilm commissionato dal Consiglio Europeo dedicato alla Carta dei Diritti dell’Uomo.

CLICCA QUI PER VEDERE IL FILMATO

«Ciak realizzati a Sarajevo, Berlino, Londra, Atene e Istanbul. Ma nessuno si è recato materialmente in quei posti: ha provveduto l'inesauribile squadra di registi “just in time” (e in place) da me scelti». Se c'è un video da realizzare o serve il girato di una modella che cammina in Giappone o un taxi giallo che sfreccia all'alba sul ponte di Brooklyn a New York, puoi affidarti a lui: «I registi e le troupe sono in loco. Prima di affidargli un incarico vedo i loro showreel, osservo l'evoluzione dei video nel corso degli anni, l'attenzione al cast, il sapersi scegliere il direttore della fotografia, e li contatto se sono convinto della loro sensibilità in linea con il brief/script e la qualità richiesta. I video possono dirci molto di un regista».
L'esperienza nel management poi, fa il resto. «Sono spesso i giovani talenti nel pieno della loro freschezza a dare il risultato migliore». Dopo un meticoloso lavoro di pre-produzione, viene il momento delle riprese ed ecco lo smartphone, strumento utilissimo per controllare da remoto e in tempo reale quello che stanno girando i registi in America, in Australia, in Cina o in Russia, Africa o Brasile. Menna segue tutto passo passo: «Cambio sfondo?», «Metto meglio il tavolo?» oppure «Abbiamo un problema con la location, va bene quest'altra?», gli scrivono da un punto remoto del mappamondo e lui da l’ok o viceversa. Cerca di guardare ogni cosa. «Se sono su un set, non posso trovarmi dall'altra parte del pianeta a presenziarne un altro e la tecnologia, oggi, è una manna».

Attualmente Menna sta lavorando ad un docufilm su Diego Armando Maradona prodotto da James Gay-Rees e diretto da Asif Kapadia, premiati con l'Oscar l’anno scorso per “Amy”, il documentario sulla Winehouse. «Sono andato a bere una birra con loro e due mesi dopo hanno vinto la statuetta dei miracoli».
Su Maradona ha procurato 500 ore di filmati di vita privata del pibe de oro, materiale esclusivo, mai visto prima. «Il film uscirà nel 2018», annuncia. In progress, con la sua produzione esecutiva, anche un corto londinese con Jo Hartley intitolato “Rain Catcher”. Dietro l'angolo, un imminente impegno cinematografico in Italia e il ritorno in televisione della quale ama la tensione artistica. D’altronde le radici di Menna sono quelle artistiche. Musicista e pierre cresciuto nell’organizzazione di eventi e di concerti (suo il primo Bollani al Teatro Massimo di Pescara nel 2003) arriva in Tv con un suo format, “Jazz Around Tv” e altri programmi di successo come “Camera Smile”, e approda persino ad un Prime Time di Rai Uno con Insegno, Ranieri e Magalli. Artista e manager a tutto tondo, l’ultimo pensiero è per il “suo” Abruzzo: «La terribile sequenza senza tregua del terremoto fino agli ultimi incendi non ci aiuta. Ma la forza e la gentilezza ci riporteranno presto al centro delle meraviglie di questo mondo».