Beppe Grillo in un momento di Insomnia (ora dormo!). Questa sera è al Massimo di Pescara

Non un comizio. Solo satira per Grillo “insonne” a Pescara 

Il comico/politico sul palco del Massimo con il suo monologo work in progress su stretta attualità, vita di famiglia e grandi temi di taglio ambientalista

PESCARA. Beppe Grillo punta al bis dopo il sold out del maggio scorso: il comico genovese stasera ripropone “Insomnia (ora dormo!)” al teatro Massimo di Pescara, dove sette mesi fa ha registrato il tutto esaurito. Anche stavolta i botteghini potrebbero restare chiusi: l’organizzazione curata da Alhena Entertainment e Ventidieci ha infatti annunciato che sono stati quasi tutti venduti i biglietti disponibili sui circuiti TicketOne e Ciaotickets (26 euro galleria, 33 balconata e platea poltrona e 37 platea poltronissima).

Grillo nell'immagine ufficiale dello spettacolo

Gli ultimi tagliandi saranno in vendita alla cassa del teatro, mentre per gruppi da quattro a dieci persone è stata attivata una promozione che fa scendere il costo del biglietto singolo a 25 euro per la platea poltrona e 30 per la platea poltronissima. In questo spettacolo che ha debuttato nel 2017 Grillo veste appunto i panni dell’insonne. La scenografia è minimalista, con il palco occupato da un letto sul quale il protagonista non riesce a prendere sonno, si gira e si rigira, si alza e si riallunga, e, come recita la breve nota di presentazione dello spettacolo, «si fa domande scomode, si interroga sull’ovvio e trova risposte azzardate, diventare il personaggio che tutti conosciamo».
La serata del Massimo viene annunciata come «un viaggio nella vita del comico che dal mondo dell’informazione auspica un ritorno a un sistema più percettivo, primordiale, istintivo». In “Insomnia” Grillo indossa in pratica i panni di se stesso che durante la notte non riesce a prendere sonno da 40 anni: ovvero da quando ne aveva 30, visto che il comico genovese ha toccato la settantina a luglio.
Il quarantennio di nottate ad occhi aperti di Grillo è fatto di domande e di riflessioni poste con l’istrionica ironia che lo contraddistingue fin dai suoi esordi televisivi degli anni ’70: resta pressoché immutato quello stile che quasi immediatamente ne ha segnato la popolarità, prima sui canali della Rai e poi nelle piazze e nei teatri, che ha preferito soprattutto dagli anni ’90. Sul palco c’è sempre il solito Grillo, con i suoi monologhi fatti di entrate a gamba tesa, freddure e battute forti a 360 gradi, con slanci verso riflessioni più serie sui grandi temi di taglio ambientalista o legati all’economia, che incalza e ritorna alle sferzate verso politici, imprenditori e protagonisti della vita pubblica in generale.
“Insomnia” non è un comizio del Movimento 5 stelle come lo bollano i più acerrimi detrattori, né uno spettacolo riservato ai “grillini”. Ma è facile immaginare (e per certi versi è inevitabile) che i fan del comico in teatro, oggi come in altre occasioni, coincidano con simpatizzanti e attivisti del Movimento: ad esempio, in uno dei pochi spezzoni che si trova su Youtube di una performance di un mese fa a Roma, la battuta sull’assoluzione della sindaca della Capitale, Virginia Raggi, è stata accolta in maggioranza da applausi scroscianti.
Del resto le domande che si pone Grillo quando, per dirla all’abruzzese, non “gli inganna il sonno”, sono quelle che poi si sono evolute nell’impegno politico degli ultimi dieci anni, nato con meet up e V-day e arrivato alle poltrone del governo nazionale. Stasera si sentirà parlare di futuro, di welfare e di lavoro, si citeranno Berlusconi o il cardinal Bagnasco, ponti e infrastrutture ma anche vita di famiglia, in un lungo monologo che è tuttavia un work in progress.

L'ex presidente dell'Uruguay, José Mujica

Sul canovaccio collaudato della sua notte insonne, tra un palco e l’altro, da buon improvvisatore Grillo innesta temi freschi e fatti dell’ultim’ora, che possono andare dalla già citata assoluzione della Raggi a un incontro con l’ex presidente dell’Uruguay Josè Pepe Mujica. Tutto nello stile del Grillo di sempre, con le domande che in fondo sono quelle che lo hanno portato ad assumersi onore e oneri di essere il padrino di un movimento-partito che, alle ultime politiche, ha sfondato il tetto dei dieci milioni di voti. Che gli piaccia o meno è un dato di fatto, al quale lui di solito non manca di rispondere: «Io non sono un leader di un movimento, sono la contraddizione», ha detto in un’esibizione, «prima ero comico e avevo il diritto di satira, nessuno mi denunciava e facendo il politico perdo tutto: non ho l’immunità parlamentare e me la prendo nel c…».
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