Omaggio a Masci, a Pescara una mostra permanente  

Una sala della Provincia sarà intitolata all’artista abruzzese con tre suoi dipinti e una personale completa sarà allestita in autunno nella Galleria Margutta 

PESCARA. Edolo Masci seduto davanti a “Le serpi e gli storpi” del conterraneo Francesco Paolo Michetti, ideale continuità nel segno dell’arte e del territorio. L’immagine campeggia sul banner di un metro e 20 x 3 che annuncia l’intitolazione istituzionale – sabato prossimo a Palazzo della Provincia, ore 10.30 - della sala a lui dedicata, adiacente a quella della “Figlia di Jorio” con la grande, celebre tela di Michetti. Un ambasciatore dell’Abruzzo nel mondo Edolo Masci, nato a Castiglione a Casauria, dovunque la sua raffinata arte – pittura, scultura, incisione, clichés-verre - sia stata collezionata.
L’iniziativa, a dieci anni dalla sua scomparsa, è sostenuta dalla presidenza della Provincia e curata a quattro mani da Piera Di Nicolantonio, art curator con esclusiva nazionale dell’opera di Edolo Masci, e da Gino Di Paolo per la meticolosa, impegnativa ricerca iconografica. Saranno tre i capolavori in esposizione permanente: i grandi dipinti storici e “gestuali”, «Verdeombra» e «L’aiuola», già a suo tempo acquistati dall’amministrazione, e «La montagna spaccata» (il Monte Morrone com’è chiamato nel Casauriense), donato dall’autore scomparso 71enne nel 2009, ormai non vedente. Un video (montaggio di Giulia Tiberi) in loop sulle note di “Caruso” suonate da Lucio Dalla e due liriche di Valentino Zeichen, racconterà delle molte amicizie illustri coltivate dal maestro abruzzese con personaggi della cultura nazionale e del rapporto sempre sentito, nonostante vivesse a Roma, con il suo Abruzzo.
Una mostra completa delle opere di Edolo Masci è in corso di definizione sotto la curatela di Piera Di Nicolantonio e sarà allestita in autunno alla Galleria Margutta, a Pescara. Un importante volume monografico raccoglierà molte delle opere del maestro. Tra le inedite, la leggiadra Madonna dipinta per la pala d’altare della chiesa di Santa Maria Assunta (chiusa in seguito al terremoto dell’Aquila) a Castiglione a Casauria, dove l’artista è sepolto e dove aveva il suo studio abruzzese. Degna di nota anche la Cimasa: con pennellate leggere l’artista vi ha raffigurato delle stelle. Di arte d’avanguardia, evocativa e finanche erotica, di invenzione anticipatrice e potente gestualità poetica - la serie dei preziosi acquerelli “Blu Callipigia”, “Nudine in jeans”, le “Conchiglie” su grandi fogli che Mario Lunetta aveva chiamato «Cunnichiglie», come nei dipinti su tela «Sireneide», «Tenerezza», «Merlo», «Struzzo » - parlerà sabato lo storico dell’arte Sissi Aslan, compagna di vita del maestro nativo di Castiglione a Casauria.
Tra le attese testimonianze non mancheranno quelle degli artisti a lui legati da profonda amicizia. Come Ennio Calabria, che ha già recapitato il suo messaggio «in ricordo di Edolo Masci artista unico, illuminato, ironico, sempre pungente e necessario, elegante nella sua pittura che sapeva farsi carne sensuale e, nel contempo, leggero volo di poesia».
«L’intitolazione ufficiale della Sala Edolo Masci è il coronamento di un progetto a lungo pensato e perseguito», dice Piera Di Nicolantonio. «Lo conobbi che ero alle prime armi come gallerista, Edolo era il mio idolo», racconta, «volli esordire con una collettiva tra cui alcune sue opere, per la festa di settembre in onore del patrono di Torre de’ Passeri, Sant’Antonino. Edolo entrò insieme con altre persone, ma io non sapevo che fosse lui. Lo notai subito, in panama bianco, vestito di bianco, con un bastone che allora portava per puro vezzo. Lo chiamarono: Edolo andiamo, e rimasi agghiacciata. Finì che mi invitò a studio, a Roma. Un tipo inizialmente scontroso, e troppo colto. Mi affascinava e non faticai ad entrare nelle sue simpatie, mi chiamava “la citilella».
Volle sposarsi a Palazzo Farnese a Ortona, tanto aveva legato con il mio compagno, Antonio Di Bartolomeo, allora assessore comunale con delega ai matrimoni, testimone fu Lucio Dalla”. E poi rivela: «Dalla, che amava vestirsi alla Edolo Masci, una volta volle suonare il pianoforte completamente nudo, di schiena, circondato dai quadri di Edolo: quella foto (sulla copertina del disco “Canzone”, ndr) la riporteremo nel libro in preparazione». Con Edolo e Lucio molti altri, illustri frequentatori della casa- cenacolo di Piera e Antonio al Lido Riccio di Ortona, ancora oggi salotto buono della dolce vita in riva al mare d’Abruzzo.
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