Quando il Vate conquistò la Francia 

Al MuMi di Francavilla la presentazione del libro “D’Annunzio e la critica Francese”

FRANCAVILLA AL MARE. «Gabriele D’Annunzio durante il soggiorno oltralpe diede voce francese ad alcune sue opere. Di queste e di altre in lingua italiana o tradotte si interessò un po’ tutto il mondo culturale francese di allora, con risposte alterne, ma tutto sommato positive, fino all’entusiastica definizione di de Vogue, che vide in D’Annunzio l’apostolo dell’auspicata “reneissance latine”, e ciò in polemica alternativa al predominio della cultura germanica, russa e scandinava». Così Umberto Russo, docente all’Università “d’Annunzio” di Chieti-Pescara nell’introduzione al volume “Gabriele D’Annunzio e la critica Francese” di Franco de Merolis (Edizioni Menabò) che oggi alle ore 18 al MuMi di Francavilla.
Alla presentazione interverranno con l’autore Corrado Bologna, docente alla Scuola Normale Superiore di Pisa, Umberto Russo, e Gaetano Basti (Editore). De Merolis attraverso un’attenta rilettura dei documenti critici dell’epoca in questo volume fa conoscere con dovizia di riferimenti gli aspetti più significativi di quella importante fase della vita e dell’opera dannunziana in Francia, tra la fine dell’800 e il primo ’900, facendo emergere quanto sia stata ricca e articolata la risposta della cultura francese contemporanea alla presenza e all’opera del poeta abruzzese.
«Le attente ricerche di de Merolis ci restituiscono un panorama variegato (più a tinte brillanti che opache) delle risposte date dai letterati francesi alle opere che egli man mano produceva, nonché alle sue performances», scrive ancora Russo nella prefazione, «spesso sorprendenti, o almeno inusuali che conferivano un alone di eccezionalità alla sua vita. E D’Annunzio corrispondeva all’interesse che lo circondava con spontaneità, allacciando amicizie, frequentando ambienti di cultura, prendendo parte sincera alle vicende di quella Francia che aveva eletta a sua seconda patria». Man mano che giungono in Francia le opere del Vate infatti, le prevenzioni sul poeta pescarese si diradano e inizia per lui un cursus honorum di prestigio. Il soggiorno francese di D’Annunzio (1910-1915) avviene in un periodo culturale e artistico intenso, ricco di valori innovativi. Gli interventi critici di Theodore de Wizewa ed Eugène de Vogué gli aprono i convegni e i salotti prestigiosi della capitale e la sua personalità conquista maitres à penser quali Anatole France, André Gide, André Suarès, Henri de Régnier, oppure il musicista Claude Debussy, che con lui strinse un importante sodalizio artistico. Risulta così esemplare la rappresentazione della “Fiaccola sotto il Moggio” alla storica “Comédie Française” nel dicembre del 1927.