Quel sogno rapido e violento di d’Annunzio 

Oggi a Pescara la presentazione del saggio di Tobia Iodice sugli anni napoletani dello scrittore

PESCARA. “Come un sogno rapido e violento” è il titolo del libro edito da Carabba di Tobia Iodice, professore e studioso della letteratura italiana, sul periodo napoletano di Gabriele d'Annunzio. Un saggio che, ricostruendo dal principio alla fine la permanenza partenopea del poeta, ci dà un vero e proprio capitolo di storia della letteratura italiana di fine Ottocento, raccontandoci di come il Vate, tra amanti gelose come la Leoni e la contessa Gravina, mariti traditi e vendicativi, creditori e strozzini che lo inseguivano senza tregua, scrisse romanzi, liriche, lettere, canzoni, saggi e articoli per Il Mattino di Edoardo Scarfoglio e Matilde Serao. Il libro sarà presentato, oggi alle 16.15, all’Auditorium Petruzzi a Pescara, nell’ambito della rassegna “Dannunziana”. Tobia Iodice ha cercato di seguire come un segugio le tracce di d'Annunzio nei due anni di vita napoletana, due anni di «splendida miseria» in cui all'essere squattrinato dell'artista si contrappone l'aver vissuto uno dei periodi più straordinari della sua vita. «Gabriele d'Annunzio e Napoli si mescolarono l'uno all'altra come l'anima si mescola al corpo, come il fuoco s'attacca al legno», spiega Iodice,«e per entrambi, quei due anni ebbero davvero la forza sconvolgente di un sogno rapido e violento. Non a caso lo scrittore arriva quando la città è ancora una grande capitale della cultura di fine '800 ma orfana di un De Santis mentre Benedetto Croce è ancora troppo giovane. D'Annunzio riaccende la fiamma del dibattito culturale, rimette in moto l'ambiente con le sue grandi inchieste su Il Mattino, sul quale scrive per la prima volta su Nietzsche, e pubblica con l'editore Ferdinando Bideri “L'innocente” rifiutato invece prima da Emilio Treves per i suoi contenuti. Un libro che riscuote subito molta fortuna e che verrà inviato anche alla Duse che lo apprezzò molto in tempi ovviamente antecedenti alla famosa relazione tra i due».
Anni dunque di stimoli e novità per il poeta che in quella città si avvicinò all'industria musicale portata avanti da Bideri, storico editore di canzoni napoletane, e anche a stranezze come l'esoterismo entrando in contatto con una medium importante di nome Palladino con la quale spesso si intratteneva per fare sedute spiritiche. A Napoli vive e rinasce tanto da concepire un altro figlio, anzi l'unica figlia femmina tra quattro maschi. Attraverso documenti inediti Tobia Iodice ci fa entrare come in un film nei vicoli di Napoli attraverso le esperienze del grande autore abruzzese, ci racconta la sua genialità e le sue infinite contraddizioni, le sue miserie e i suoi splendori.
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