Nicola Palanza, Paola Ceroli, Angelo Scogno e Andrea Giovannoli dei Dago Red

IL CONCERTO

Questa sera i Dago Red aprono l’AbRoots Blues Fest 

Al teatro Madonna del Rosario, appuntamento da non perdere per gli appassionati di folk'n'blues made in Abruzzo

PESCARA. I Dago Red presentano “Cicada” e il loro modo di sentire l’Abruzzo. Blues, ma non solo. Dentro questo disco c’è un mondo.
Con la direzione artistica di Vincenzo Ricci Melchiorre va in scena questa sera, dalle 21, nel teatro Madonna del Rosario di Pescara (via Cavour/piazza Ducadegli Abruzzi) la 1ª edizione dell’AbRoots Blues Festival e ad aprire sono i Dago Red. I sei musicisti del gruppo folk’n’blues “made in Abruzzo” presentano dunque il loro quarto lavoro e così ne parlano: «Cicada è il nostro album più maturo, ci sta un mondo dentro. Da qui abbiamo cominciato ad ascoltarci di più e se sei una persona curiosa non puoi fermarti».
I Dago Red (Giuseppe Mascitelli voce e chitarra, Nicola Palanza chitarra; Paola Ceroli voce, Angelo Scogno tastiere e voce, Nicola Di Camillo contrabbasso, Andrea Giovannoli batteria e percussioni) non sono certo degli sconosciuti nel campo folk & blues. Hanno alle spalle già tre cd e diverse presenze nei vAri festival blues europei. Frank Hennessy di Bbc Radio Wales li ha recensiti entusiasticamente: «They love what they do and they do it damn well» («Amano quello che fanno e lo fanno dannatamente bene»). L’Abruzzo, è lo scenario di ogni loro disco, ad annunciarlo lo stesso nome del gruppo che è un elogio allo scrittore italo americano John Fante e al suo omonimo libro. La Regione verde d’Europa, con le strade alberate, la vegetazione fitta e i piccoli gruppi di case che formano paesi nostalgici, fanno da scenario nei video e se è vero che l’ambiente condiziona l’artista, con i Dago Red ascoltiamo un’alta espressione del territorio: “Folk’n’blues memories and other tales”, è il primo cd, registrato a Palena in un dicembre freddissimo.
Eugenio Finardi lo ascolta per caso e lo vuole recensire. Il secondo cd, “Feel like goin’on” è registrato questa volta in primavera e a casa di Giuseppe, nel Vastese. In questi stessi anni, il World Music Magazine include alcuni dei loro pezzi nel cd Tribù italiche. Per il terzo lavoro si spostano a registrare a Tornareccio, in un garage; nello stesso periodo vincono come miglior gruppo blues l'Italian Blues Challenge di Bologna e rappresentano l’Italia a Berlino partecipando allo European Blues Challenge dove ricevono la menzione dalla giuria (composta tra gli altri da Tom Waits e Robert Smith). “Cicada” (che per Platone sarebbero i musicisti reincarnati) è un mondo di emozioni. Le cicale sono dapprima strumento, poi accompagnamento e infine sottofondo dei 10 brani. L’intro è bucolico. Si sentono i suoni folk della terra di appartenenza, ma anche la ricerca del nuovo. “Rolling in my sweet baby’s arms”, country ballad romantica, si arricchisce nella voce quasi sussurrata di Paola Ceroli. Nei cori di “It was not” c’è tanta Africa e la sua sublimazione si ritrova in “Here Am I”, ironica celebrazione della tradizione popolare. Con “Good Night Irene”, che inizia con il suono delle cicale, si torna al blues. “1,2,3...” chiude il cerchio di un tour abruzzese dalle sonorità apparentemente lontane, ma sorprendentemente evocative della nostra bella terra.
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