Raoul Bova condannato a un anno e sei mesi per evasione fiscale

Secondo l'accusa dal 2005 al 2011 avrebbe evaso 680 mila euro, e l'attore dovrà restituire circa il doppio. Assolte la sorella e la moglie

ROMA. Dopo il regista è toccato all'attore. Raoul Bova è stato condannato dal Tribunale di Roma a un anno e sei mesi di reclusione per evasione fiscale. Per l’attore, difeso da Giulia Bongiorno, la Procura capitolina aveva sollecitato la pena di un anno. Secondo l’accusa, Bova avrebbe trasferito alcuni costi alla società che gestisce la sua immagine con un «artificio finanziario» per eludere il fisco, pagando un’aliquota più bassa rispetto a quella prevista. Avrebbe evaso 680mila euro tra il 2005 e il 2011. In suo favore è stata comunque concessa la sospensione della pena. L'accusa si riferisce al quinquennio 2005-2010, quando al protagonista del film campione d’incassi "Scusa ma ti chiamo amore" - diretto da Federico Moccia, ex sindaco di Rosello (Chieti), di recente condannato a due anni di carcere per aver evaso circa un milione e 400 mila euro - viene contestato il reato di dichiarazione fraudolenta mediante artifici, accusa appena meno grave dell’evasione fiscale. La somma che l’interprete del Capitano Ultimo rischia di dover restituire al fisco, rispetto ai 680 mila euro ritenuti evasi, è di circa un milione e mezzo a causa degli interessi maturati nel corso degli anni. 

Con Raoul Bova, nel processo conclusosi oggi con la condanna dell'attore, erano imputate anche la sorella Daniela e la moglie Chiara Giordano. Entrambe sono state assolte dal giudice monocratico del tribunale di Roma.