Il panorama delle valli meridionali viste dal Monte Marrone

L'ITINERARIO

Sulle Mainarde verso il Monte Marrone 

Il viaggio s'inizia a Castelnuovo al Volturno in Molise e prosegue tra boschi di faggi, valli prfonde, maestosi anfiteatri e circhi glaciali 

Due settimane fa siamo arrivati al confine nord degli Appennini abruzzesi dove i monti incontrano la regione Marche. Oggi scendiamo a sud a stringere la mano ai nostri fratelli molisani, proprio dietro le alture di Rocchetta e Castelnuovo al Volturno dove si alza il panoramico Monte Marrone (1805 m), che è l’obiettivo dell’itinerario.
Raggiunto Castelnuovo al Volturno (frazione di Rocchetta al Volturno, in provincia di Isernia) si seguono le indicazioni per le Mainarde Molisane: solitarie montagne di confine, le Mainarde del Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, sono fasciate di boschi di faggi con valli profonde, maestosi anfiteatri e circhi glaciali.
La strada per arrivare all’inizio dell’itinerario, a tratti dissestata, sale con una lunga serie di tornanti fino ad un ampio parcheggio sterrato (1020m). Dal parcheggio si segue una comoda e ampia carrareccia che risale la faggeta di Colle Rotondo (sentiero M7). Procedendo in moderata salita, si raggiunge un piccolo slargo dove sorge una fonte-abbeveratoio (1190 m - 0,20 h); il sentiero riprende con ampi tornanti e risale la Valle Viata immersa nel bosco di faggi.
Dopo poco si passa accanto ad un´altra fonte-abbeveratoio: da qui in poi si avanza sulla via sterrata tra i fusti altissimi e sulla nostra sinistra ci guardano le Mainarde più elevate, Monte Mare e Ferruccia, che vedremo solo al termine del bosco. Il sentiero è ricchissimo di acqua che si raccoglie in un ruscello scrosciante in primavera, la salita è silenziosa e comoda, adatta a tutti e consigliata da percorrere anche con le ciaspole d’inverno. Salendo di quota il sentiero diviene un tappeto morbido di foglie che ci accompagna fino a quando lassù tra gli alberi non si staglia il bel cielo azzurro: siamo a quota 1780m, fuori dal bosco, su un pratone stupendo con i camosci al pascolo. Il prato è un vero e proprio terrazzo riparato ad ovest dalle elevazioni delle Mainarde e che si apre sul monte Greco, la Majella, i boschi e ci invita a salire ancora l’ultimo tratto per arrivare all’ingombrante croce di vetta del Monte Marrone (3 ore dalla partenza).
Dalla cima si srotola sotto i nostri occhi la valle dell’alto Sangro e di Castel di Sangro si contano le vie e le case. Il Monte Amaro della Majella ci osserva silenzioso mentre noi guardiamo a sud-ovest l’isola di Ischia, il Vesuvio e, più vicina, l’abbazia di Montecassino. Uno spettacolo quasi inaspettato che ci rapisce e ci culla con una brezza che pare quasi marina. Non è finita: scendendo leggermente dalla vetta si intercetta un sentierino pianeggiante nel bosco che ci accompagna ad una “grotta”, un piccolissimo rifugio di pietre tra massi spettacolari. Si tratta della capanna di Moulin, pittore francese che ai primi del novecento visse in questi luoghi gli ultimi 35 anni della sua vita, in totale solitudine. La singolare costruzione fu realizzata dallo stesso Moulin utilizzando esclusivamente materiale locale e tirando i muri a secco. E sì, siamo ancora dentro una favola, siamo sui monti, siamo in Appennino dove la bellezza si coniuga a ogni cima, ogni valle, torrente, cascata, bosco e sentiero.

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