ToxicAir di Di Loreto, la natura chiama l’arte  

L’artista aquilano a Napoli col suo ciclo di sculture provocatorie e a Pescara le sue sferzate di colore lanciano le Pop Harps 

PESCARA. ToxicAir, un omaggio al vitale contributo delle api, tra le specie più minacciate dall’estinzione eppure indispensabili alla salvaguardia della biodiversità alimentare. Per comunicare l’urgenza della minaccia ambientale Stefano Di Loreto ha pensato a una colata unica di plexiglass in purezza all’interno della quale eternare le api al termine del ciclo biologico, raccolte nella campagna di Pietranico e Castel di Ieri.
Non solo. Nel suo innovativo ciclo di sculture dedicate, l’artista originario di Acciano (L’Aquila) ha voluto rappresentare la doppia elica del Dna modificato – è la mutazione genetica che innesca la formazione dei tumori – immaginandola con filamenti liberi di colore, “decostruita”. Teorizzatore di un movimento che ha definito Decostruzione concettuale, Di Loreto presenta in anteprima il ciclo di sculture ToxicAir nel progetto internazionale Moovartists 2019 della Fondazione di ricerca scientifica Modigliani, collettiva multidisciplinare in esposizione al Castel dell’Ovo di Napoli, prima tappa di un tour che prevede di trasferirsi a Liverpool in agosto (“Modigliani Opera”), Miami in ottobre e New York in dicembre.
Alla vernice nel prestigioso Castello custode del mito di Partenope, il ciclo ToxicAir dell’artista aquilano (che oggi vive e lavora a Francavilla) ha ricevuto commenti lusinghieri da parte del critico curatore Enzo Ruju. Che non ha esitato a paragonarlo a Damien Hirst , il quotatissimo artista inglese noto per le sue provocatorie installazioni con animali in decomposizone, «Con la differenza», ha detto Ruju riferito all’opera Di Loreto, «di essere più artistica e armoniosa, più naturale». «Ho realizzato questo ciclo avendo approfondito le tematiche con l’ingener Vincenzo Caprioli, tra i maggiori esperti italiani di nanoparticelle inquinanti», racconta Di Loreto, «si tratta di microscopici agenti inquinanti come silicio e zolfo. Sostanze tossiche che come killer silenziosi penetrano nel tessuto cellulare modificandolo dall’interno, condannandoci anche alla morte».
E le sferzate di colore di Stefano Di Loreto sono protagoniste oggi a Pescara al Museo d’arte moderna “Vittoria Colonna”, alle 18, per l’anteprima assoluta del progetto musicale e artistico “Pop Harps Live” prodotto in Abruzzo dalla Spray Records di Belfino De Leonardis e destinato già sul nascere a varcare confini culturali e geografici.
“Pop Harps Live” non è solo un disco, sottolineano i protagonisti, ma un progetto culturale emergente che unisce musica e arte visiva: l’approccio pop e trasgressivo di un quartetto di giovani arpiste provenienti dal conservatorio di Pescara, le Pop Harps, ai segni vibratili di Stefano Di Loreto. Ispirato dalla musica del quartetto, l’artista, storicizzato per questo nell'Atlante dell’arte contemporanea De Agostini e invitato a esporre alla Biennale di Venezia di due anni fa, ha tratto ispirazione per alcuni “quadri sonori” e serigrafie esposti per l’occasione al Colonna. La copertina del disco Pop Harps Live – pubblicato da Spray Records in speciale edizione per il primo lancio – riproduce un “quadro sonoro” e potrà essere autografato dagli autori . Pop Harps Live contiene dieci tracce, dai Beatles a Yann Tiersen ai Velvet Underground, un omaggio affettuoso alla pop art di Andy Warhol e una esplorazione audace delle potenzialità dell’arpa classica, strumento in piena evoluzione, oggi più che mai contemporaneo.
Il nuovo progetto artistico sarà presentato con l’endorsement di esperti musicali e di arte contemporanea: Federico Caloi, Stefano Taglietti, Alfonso Patriarca, Piero Bianchi, Carla D’Aurelio, Luca Sestili. Non mancherà l’esecuzione dal vivo di alcuni brani del nuovo concept.
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